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Bernardo Caprotti vince e si riprende Esselunga

L’arbitrato dà ragione al fondatore della catena di supermercati che, dopo aver distribuito le quote dell’azienda ai tre figli, era tornato sui suoi passi. I giudici: “Caprotti è il dominus di Esselunga”

Dopo anni di litigi Bernardo Caprotti vince ed estromette i figli da Esselunga. Un lodo arbitrale, infatti, ha dato ragione al fondatore della catena di supermercati, nata nel 1957 a Milano. “Bernardo Caprotti – si scrive in una nota di Esselunga – ha esercitato i suoi diritti secondo i patti sottoscritti con i figli. Il Collegio Arbitrale, costituito da insigni Giuristi, ha pronunciato il lodo specificando che Caprotti è il dominus di Esselunga e della stessa può disporre nel rispetto delle Leggi che governano il Paese”. La disputa inizia alla fine degli anni ’90, quando il fondatore e il primogenito Giuseppe litigano e il padre lo allontana dall’azienda dopo averlo nominato amministratore delegato. Nel 2005, però, lo stesso Caprotti intesta ai tre figli, in parti uguali, il 92% dei supermercati, tenendo per sé solo l’8% di Esselunga. Ma nel febbraio 2011 cambia idea e riprende il controllo di tutta la società. Due dei figli, Giuseppe e Violetta, ricorrono a un lodo arbitrale che, però, ha dato loro torto. Chi sono gli eredi di CaprottiLa questione potrebbe non essere chiusa, perché gli stessi figli nel frattempo si sono rivolti al Tribunale di Milano che dovrebbe discutere la questione in ottobre. Inoltre, gli eredi dell’imprenditore sostengono anche che il lodo arbitrare è in realtà impugnabile, contrariamente a quanto affermano i legali di Esselunga, poiché la decisione è stata presa a maggioranza con il forte dissenso di uno dei componenti del collegio arbitrale che avrebbe ravvisato gravi violazioni processuali.

LA NASCITA DELL’IMPERO CAPROTTI