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Censis, In Italia aumentano capacità di spesa e diseguaglianze

Lo scarto non è alto, ma c’è: per la prima volta dall’inizio della crisi, nel 2014 la quota di famiglie con una più elevata capacità di spesa (25%) ha superato quella dei nuclei domestici che hanno visto invece scemare il proprio potere di acquisto nel corso dell’anno (21%). A stabilirlo è il 49° Rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese. «Si tratta di un dato che segna una forte discontinuità con il passato», si sottolinea in una nota del Centro studi investimenti sociali. Tuttavia le difficoltà economiche non sono certo sparite visto che la percentuale delle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese è cresciuta fino da sfiorare il 20%.

ATTEGGIAMENTO DIFENSIVO. Dal punto di vista finanziario, prevale inoltre un atteggiamento fortemente difensivo: nel 2014 il contante e i depositi bancari sono saliti al 30,9%, contro il 23,6% del totale nel 2007. Contestualmente le azioni sono crollate dal 31,8% al 23,7%, così come le obbligazioni, ferme al 10,8% contro il 17,6% del 2007. «Negli ultimi 12 mesi (giugno 2014-giugno 2015) si conferma l’opzione cautelativa degli italiani, con un incremento di 45 miliardi della liquidità (+6,3%) e di 73 miliardi in assicurazioni e fondi pensione (+9,4%), e con la rinnovata contrazione di azioni e partecipazioni (10 miliardi in meno, pari a una riduzione dell’1,2%)», precisa ulteriormente il Censis. Da qui, peraltro, la ritrovata passione per il mattone: 560 mila italiani dichiarano di aver gestito una struttura ricettiva per turisti, come case vacanza o bed & breakfast. Il fatturato generato sarebbe di circa 6 miliardi di euro: il che sarebbe una buona notizia se non fosse che gran parte della cifra è stata guadagnata in nero.

CRESCONO LE AZIENDE STRANIERE. Migliora invece la situazione degli stranieri con cittadinanza italiana: una realtà che si sta guadagno lo status di ceto medio, grazie anche agli investimenti imprenditoriali. Stando infatti al Rapporto del Censis tra il 2008 e il 2014 i titolari d’impresa stranieri sono aumentati del +31,5%, mentre le realtà a conduzione italiana sono calate del -10,6%. A essere multietnico è soprattutto il settore del commercio, che assorbe il 40% di tutte le realtà imprenditoriali straniere. Seguono le costruzioni (26%). Tra l’altro, dal punto di vista della pura inclusione sociale, lo ius soli pare un concetto ampiamente sposato dagli italiani: per il 44% è un cittadino italiano chiunque nasca sul suolo italiano; per il 33% diventa italiano qualsiasi persona che, indipendentemente dai propri natali, trascorra un periodo di tempo minimo in Italia.

I SETTORI CHE TENGONO. Per quel che riguarda le tipologie di esercizi commerciali, il rapporto conferma la crisi imperante. Tra il 2009 e il 2015 la presenza di ferramenta, boutique, librerie e macellerie è scesa del 10% mentre si registra un vero boom per la ristorazione. Si moltiplicano infatti è i take away (+37%), i ristoranti (15,5%), i bar (+10%) e gelaterie-pasticcerie (+8%). Per il Censis le ragioni sarebbero da rintracciarsi nel ridotto capitale necessario all’avvio di queste attività, nella pervasività del cibo nel nostro quotidiano, e nell’iniziativa di molti stranieri.

GIOVANI IMPRENDITORI. Dal rapporto emerge anche un piccolo grande vanto dell’Italia: siamo il Paese europeo con il più ampio numero di giovani lavoratori autonomi. Per l’esattezza, 941 mila la cui età è compresa tra i 20 e i 34 anni. Al secondo posto l’Inghilterra, con 849 mila giovani lavoratori autonomi, al terzo la Germania, a quota 528 mila. Per quanto riguarda invece la preparazione universitaria, rispetto all’anno accademico 2010-2011, il 2013-2014 registra un calo del -4,9% per le immatricolazioni ai corsi di laurea triennali e a ciclo unico: 12 mila studenti in meno. Tuttavia cala la dispersione scolastica: chi inizia un percorso universitario lo conclude.

NUOVI STILI DI VITA. Per quanto riguarda le abitudini di consumo, le nuove tendenze sono il car sharing, utilizzato da 2 milioni di italiani, soprattutto giovani; l’home banking, scelto dal 46% degli utenti web, e gli acquisti online, anche quando si tratta di cibo. Infatti nel 2014 2,7 milioni di italiani hanno comprato prodotti alimentari in rete. La Tv resta però il media più diffuso: non vi rinunciato il 96,7% degli italiani. Fiction e programmi televisivi vengono sempre più guardati sui nuovi device: il bacino della Tv mobile cresce del +4,8% e prende corpo anche la Web Tv, in aumento del +1,6%. Stabile invece la televisione satellitare (42,4%) mentre il 10% sceglie la Smart Tv, ossia il televisore connesso alla rete.

LETARGO ESISTENZIALE. Tuttavia, per il Censis nel complesso l’Italia attuale si contraddistingue per un «letargo esistenziale collettivo. […] Vincono l’interesse particolare, il soggettivismo, l’egoismo individuale e non maturano valori collettivi e una unità di interessi. Crescono così le diseguaglianze, con una caduta della coesione sociale e delle strutture intermedie di rappresentanza che l’hanno nel tempo garantita». Da qui, l’imperante debolezza antropologica, che vede l’Italia ostaggio di un «limbo fatto di mezze tinte, mezze classi, mezzi partiti, mezze idee e mezze persone».

Articolo aggiornato il 4 dicembre alle ore 18.12

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Un'immagine di Via Condotti, a Roma © Getty Images