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Draghi ottimista sulla ripresa, ma preoccupano i prezzi alimentari

Da Washington il governatore della Banca d’Italia ammette un cauto ottimismo sulle prospettive dell’economia internazionale. “Più fiducia rispetto a sei mesi fa, ma dobbiamo essere cauti”. Sul boom dei prezzi servono “risposte dalla comunità internazionale”

Si guardi con fiducia alla ripresa, anche perché la situazione economica internazionale è migliore rispetto a quella di sei mesi fa e i Paesi in via di sviluppo contribuiscono a spingere la crescita. Ma attenzione a non distrarsi: serve procedere con cautela anche perché sullo sfondo ci sono aumenti record sui prezzi delle commodity e degli alimentari che, assieme a “eccessi periodici di euforia”, possono risolversi “in lacrime”. È il pensiero del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi che, dal palco del Development Committee – il consiglio esecutivo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale – predica un cauto ottimismo sulla ripresa economica. “Possiamo guardare ai prossimi mesi e anni con più fiducia rispetto a sei mesi fa” spiega Draghi parlando di prospettive economiche che “stanno migliorando a livello mondiale e in particolare nelle economie in via di sviluppo”. In particolare i Paesi in via di sviluppo “stanno aiutando a spingere la ripresa e collaborano in modo sempre più stretto gli uni con gli altri”. Ma da Washington, dove il Development Committee valuta la situazione dei Paesi più poveri, il candidato alla Bce predica cautela. “Le lezioni che abbiamo imparato dalla precedente crisi – avverte infatti – ci suggeriscono che dobbiamo essere cauti”. Tra le cose più preoccupanti per le prospettive globali e soprattutto dei paesi in via di sviluppo, c’è appunto il boom dei prezzi delle commodity e degli alimentari in particolare. Questi ultimi assieme agli “eccessi periodici di euforia”, infatti, “si sono spesso risolti in lacrime”. È per questo che Draghi invita a dare “risposte rapide” per gestire l’insicurezza alimentare e la malnutrizione. Il governatore ricorda infatti che “i prezzi degli alimentari sono in aumento dalla fine del 2010”. In particolare, a suo avviso, “La natura sfaccettata della crisi alimentare richiede una risposta coordinata da parte della comunità internazionale”.