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Quei 42 miliardi di fatture spariti nelle casse degli enti locali

Ci sono oltre dieci milioni di fatture inevase nelle casse degli enti locali, più difficili da riscuotere rispetto alla Pa

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Il problema delle fatture inevase della Pa continua a mettere in difficoltà le aziende. Ma se a livello centrale qualcosa è stato fatto per migliorare la situazione, nelle casse degli enti locali restano oltre dieci milioni di fatture da pagari. Cioè 41,7 miliardi di euro attesi dal sistema economico, ma bloccati dalla pubblica amministrazione.

ENTI LOCALI, 42 MILIARDI DI FATTURE DA PAGARE

Secondo la Corte dei Conti, lo Stato centrale nel 2016 ha smaltito il 59% dei debiti commerciali: il che vuol dire che restano 64 miliardi di debiti commerciali inevasi dalla Pa, il 3,8% del Pil. Il tutto nonostante l’Europa chieda il pagamento in 30 giorni. La situazione locale non migliorata, invece, nonostante l’addio al famigerato Patto di Stabilità, spesso indicato come causa del blocco dei pagamenti.

Per la Ragioneria dello Stato, i Comuni hanno accantonato 6,4 miliardi in più di quanto incassato (2,4 miliardi). Virtuosi? Solo in apparenza, perché restano da pagare 33,7 miliardi di fatture. Altri 5,9 miliardi sono a carico delle Regioni, 1,6 miliardi nelle Province e il resto nelle Città metropolitane.

Il Comune di Milano paga in media dopo 14,6 giorni dalla scadenza della fattura, a Roma servono 55 giorni, mentre a Napoli addirittura 227,5 giorni medi. Allo stesso modo, l’Asl numero 1 del capoluogo campano impiega 257 giorni a pagare i fornitori. Da applausi a questo punto la Regione Umbria, in grado di onorare le scadenze con 25,7 giorni di anticipo, mentre la Lombardia ci riesce con 22.