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Istat, aumenti di stipendio al minimo storico

Nel 2014 la variazione delle retribuzioni dovrebbe attestarsi all’1,3%, il dato più basso mai registrato

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Nuovo record per il 2014 e non è una bella notizia: l’aumento degli stipendi, a meno di sorprese, dovrebbe attestarsi all’1,3%. Sarebbe il dato più basso mai registrato da quando sono partite le serie storiche (1982).

A dirlo sono gli studiosi dell’Istat annunciando il dato di novembre: +0,1% su mese e +1,1% su anno. Pesa in particolare il blocco agli aumenti degli statali. E il dato orario non si discosta molto dagli altri: +1,2%.

CROLLO DEL POTERE DI ACQUISTO. Guardando così al contemporaneo andamento dell’inflazione, si scopre che dal 2010 gli italiani hanno perso il 6% in termini di potere d’acquisto e solo grazie alla deflazione registrata negli ultimi tempi il calo dovrebbe diminuire leggermente (5%).

Per quanto riguarda i contratti collettivi, riguardano il 44,4% dei dipendenti e corrispondono al 41,3% del monte retributivo osservato. La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo (media 36,3 mesi nel pubblico, 20,8 nel privato) è del 55,6% nel totale dell’economia e del 42,7% nel settore privato.

I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tlc (3,5%), agricoltura (3,1%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3%). Variazioni nulle nel commercio e nella Pa.

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