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Italia ultima in Europa per competitività di costo delle imprese

Nell’ultimo rapporto ‘Noi Italia’ l’Istat calcola una pressione fiscale record, al 44,1%. Riscatto però sul fronte agroalimentale, dove il nostro Paese svetta per i prodotti di qualità

Nel rapporto Noi Italia, appena pubblicato e relativo agli anni 2011 e 2012, l’Istat ha calcolato l’indice di competitività di costo delle imprese, mettendo in rapporto il valore aggiunto per addetto e il costo del lavoro unitario. Il risultato darebbe dunque la misura dell’efficienza dei processi produttivi e, di conseguenza, la competitività in termini di costi delle aziende nazionali. Ebbene, quelle italiane non si distinguono per l’eccellenza della performance: nel giro di dieci anni (2001- 2010) l’indice di competitività ha perso quasi 10 punti, passando dal 135,8 al 126,1. Leader invece la Romania, che è riuscita a passare da 163,4 del 2001 a 211,7 del 2010. La media europea è di 144,8 nel 2010. L’Italia registra un lieve miglioramento solo nel 2011 (128,5), ma resta ancora sotto i livelli di competitività del 2001.

A incidere sarebbero soprattutto la pressione fiscale che, dal 2000 al 2012, è aumentata di quasi 3 punti percentuali passando dal 41,3% al 44,1%. Tra le cause, il decreto Salva Italia e l’Imu.

Quanto agli altri indici, è in picchiata la quota di mercato delle esportazioni sul commercio mondiale, crollata dal 4% del 2003 al 2,7% del 2012. L’unico riscatto italiano è sul fronte agroalimentale dove il Belpaese risulta primo, in Europa, per i marchi di qualità.

Leggi il rapporto Noi Italia