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La febbre da Borsa fa lievitare anche i panettoni di Cova

Dopo il ritorno di Pirelli e il successo di Gima TT, anche il marchio della pasticceria milanese apre alla quotazione: «Abbiamo tante offerte»

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La febbre da Borsa fa lievitare anche i panettoni di Cova. C’è grande fermento attorno a Piazza Affari nelle ultime settimane. Il ritorno di Pirelli ha rianimato gli scambi, mentre il successo di Gima TT fa addirittura pensare a un terremoto nella famiglia Vacchi. Ora tocca alla storica pasticceria milanese – da non confondere con Cova già nell’orbita di Lvmh – potrebbe puntare ai mercati finanziari per espandersi ancora di più.

La febbre da Borsa fa lievitare anche i panettoni di Cova

«La Borsa potrebbe essere uno strumento per crescere in altri settori. Stiamo approcciando il retail e, se dovessimo andare avanti, la quotazione o la cessione di una quota di minoranza potrebbero essere un’opzione per trovare nuove risorse», annuncia Andrea Muzzi, a.d. di Giovanni Cova & C, famosa per il suo «Panettun de Milan». Intervistato a margine della presentazione dell’iniziativa che vede Giovanni Cova & C insieme all’Archivio Storico Ricordi, Promuovere le eccellenze di Milano (per il Natale 2017 di Giovanni Cova & C. saranno vestiti con le riproduzioni delle opere dei grandi Maestri del Melodramma), il manager ha spiegato: «Siamo un gruppo al 100% italiano tra i pochi rimasti. Continuiamo a ricevere offerte (per vendere, ndr) sia dall’Italia sia dall’estero, l’ultima è arrivata due mesi dalla Gran Bretagna, ma abbiamo otto nipoti e speriamo che la tradizione di famiglia continui».

La Giovanni Cova & C., a Milano del 1930, conta ad oggi su un fatturato aggregato di circa 45 milioni (+41% nell’ultimo anno). Il 75% dei ricavi fa capo all’Italia, il restante 25% all’estero per cui la produzione per l’Italia è concentrata tra ottobre e dicembre mentre gli altri mesi sono dedicati all’export. «In Italia il panettone è un dolce legato al Natale mentre, all’estero, viene consumato tutto l’anno, soprattutto in alcuni Paesi», spiega Muzzi. In particolare, tra gli acquirenti ci sono gli italiani sparsi in Sud America, Canada, Usa e Australia, ma la richiesta cresce anche in Estremo Oriente.