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La fiducia dei consumatori torna a scendere

Secondo i dati Nielsen, si ritorna ai dati di un anno fa. La recessione continua a far paura agli italiani: calano i consumi e si prova a risparmiare

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La paura della recessione e del futuro continua ad affossare la fiducia dei consumatori italiani.

Lo rivela l’ultimo report trimestrale Global Consumer Confidence di Nielsen che segna per l’ultimo trimestre un punteggio i 47, lo stesso dato di un anno fa e quattro punti in meno rispetto al periodo aprile-giugno

PESSIMISTI COSMICI. I nostri connazionali sono i più pessimisti d’Europa: il 96% della popolazione ritiene che il Paese si trovi ancora in fase recessiva, a fronte del 42% della Germania e del 56% dell’Inghilterra. Mentre il 60% è convinto che la congiuntura negativa proseguirà per i prossimi dodici mesi.

«Se nei mercati emergenti si registra un consolidamento della capacità di acquisto della classe emergente, nelle economie consolidate, come quella italiana, ha subito un deciso indebolimento, da cui deriva la difficoltà della ripresa dei consumi», dice a Repubblica Giovanni Fantasia, a.d. di Nielsen Italia.

LAVORO IN PERICOLO. Pesano le tensioni di Ucraina e Medio Oriente, ma è soprattutto il mondo del lavoro che fa percepire «un crescente divario tra la posizione economica dei giovani e quella delle fasce più mature, considerato l’alto tasso di disoccupazione che si registra tra i primi».

Il 24% degli intervistati considera la sicurezza del posto di lavoro la principale preoccupazione per i prossimi sei mesi (-30%) e solo il 7% considera positiva la propria posizione occupazionale.

SOLDI IN TASCA. Gli italiani sono in ansia per l’evoluzione della propria situazione finanziaria nei successivi dodici mesi: per il 79% degli intervistati sarà non buona o pessima (a fronte del 75% del trimestre precedente e del 77% di un anno fa).

Una situazione che si riflette nei consumi: l’86% degli italiani considera l’attuale momento non buono o pessimo per acquistare beni e servizi che si desiderano o di cui si necessita (un dato in linea con quello di un anno fa e il 39% destina i soldi in eccesso al risparmio.

Se non altro, però, scende il numero di italiani che non ha denaro disponibile dopo aver soddisfatto i bisogni essenziali: è il 24%, un anno fa era il 29%. Anche se la media europea – 19% – resta lontanissima.

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