Connettiti con noi

Business

Il futuro del made in Italy è anche nei videogiochi

Games Week, un miliardo per i videogiochi made in Italy

Il futuro dei videogiochi è made in Italy. Lo promette il ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Enrico Franceschini, in un’intervista al Corriere della Sera in occasione dell’inizio della Milan Games Week. E non potrebbe essere altrimenti per un settore di grande creatività, che coinvolge 25 milioni di italiani over 14 e vale un miliardo di euro. Tra big del settore ed eccellenze tricolori in mostra (fatturato complessivo 40 milioni di euro), Franceschini promette di fare molto per il settore con l’allargamento del tax credit al settore dei videogiochi.

Milan Games Week, il futuro dei videogiochi è made in Italy

«Da tempo il settore in Italia sta conoscendo una forte espansione, con molte imprese giovani fatte in prevalenza di under 30 capaci di una produzione all’altezza dei più elevati standard. Un settore in grado di attirare le grandi produzioni internazionali e i talenti, che ha bisogno di crescere e che tuttavia finora ha ricevuto poche attenzioni dallo Stato», spiega il ministro. «Oggi, grazie all’estensione del tax credit audiovisivo anche alle produzioni di videogame, c’è finalmente un primo importante riconoscimento. Ne seguiranno altri. La nuova Cinecittà, per esempio, avrà anche un ruolo di snodo nazionale per il settore con attività di ricerca e sviluppo, studi di produzione videoludica, formazione. In questo modo si sfrutteranno al meglio le potenzialità connesse al rapporto tra le varie industrie e mestieri dell’audiovisivo: cinema, televisione, videogame. E si riuscirà a sostenere l’internazionalizzazione del settore e il rientro di tanti giovani talenti italiani ora impiegati con successo nelle grandi società di produzione mondiali».

I videogiochi possono diventare strumenti per la promozione della partecipazione e del coinvolgimento delle persone, a partire dalla realtà virtuale. I progetti in cantiere riguardano, per esempio, le visite virtuali ai musei, che possono diventare teatro di avventure virtuali come nel caso del videogioco Father & son prodotto dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (seguiranno Taranto e Reggio Calabria). Da segnalare anche il progetto Games for Culture, proposto da Istituto Luce Cinecittà con la collaborazione dell’Aesvi, un concorso nazionale per la produzione di videogame per il patrimonio culturale.