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Parti sociali-governo, sei punti per il rilancio del Paese

A nome di tutte le sigle presenti al tavolo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha preso la parola davanti ai rappresentanti dell’esecutivo. Ecco i punti cardine per le parti sociali

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Pareggio di bilancio nel 2014, costi della politica, liberalizzazioni e privatizzazioni, sbloccare gli investimenti, semplificazioni e pubblica amministrazione e mercato del lavoro. Sono i sei punti, contenuti nel documento che le parti sociali hanno consegnato al Governo, su cui lavorare per il rilancio del Paese (scarica il testo). Punti considerati fondamentali per banche, imprese e sindacati, letti ai rappresentanti del governo dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha preso la parola a nome di tutte le sigle presenti nel tavolo di confronto sulla crisi economica.All’incontro, iniziato questa mattina, per il governo erano presenti diversi ministri tra cui i ministri dell’Economia (Giulio Tremonti), per lo Sviluppo economico (Paolo Romani), delle Infrastrutture (Altero Matteoli) e del Lavoro (Maurizio Sacconi). Trentasei, invece, le organizzazioni, tra sindacati e mondo delle imprese, che prendono parte all’incontro. Tra i presenti anche il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari e i segretari generali della Cgil, Susanna Camusso, della Cisl, Raffaele Bonanni, della Uil, Luigi Angeletti, dell’Ugl, Giovanni Centrella. Ecco i sei punti del documento firmato dalle parti sociali riassunti così dall’Ansa:

Pareggio di bilancio nel 2014 – Obiettivo a cui dare credibilità e condizione essenziale per il ritorno alla normalità nei mercati. Serve come obbligo costituzionale. La proposta di azzeramento del fabbisogno nell’ultima parte del 2011 rischia di scaricare maggiori oneri sul 2012. Servono provvedimenti strutturali per incidere sulle tendenze della spesa pubblica. Non si può prescindere da interventi per aumentare la produttività Pa e per modernizzare il welfare.Costi della politica – Non è possibile chiedere sacrifici agli italiani senza procedere a tagli effettivi e credibili ai costi della politica. Anticipare da subito le riduzioni contenute nella manovra. Una Commissione per valutare i tagli da fare in relazione agli standard europei significa solo rinviare. Ridurre i costi delle assemblee elettive e degli organi dello Stato. Abolire le Provincie. Accorpare o consorziare i piccoli Comuni. Liberalizzazioni e privatizzazioni – Serve un grande piano subito. Affrontare con decisione i temi essenziali della regolazione e dell’apertura dei mercati. Intervenire su alcune delle situazioni critiche segnalate dall’Antitrust, liberalizzare le professioni. Avviare la dismissione e la valorizzazione del patrimonio pubblico, con un piano articolato negli anni. Incentivare gli enti locali a dismettere patrimoni immobiliari e società di servizi utilizzando i proventi per investimenti oltre i vincoli del Patto di Stabilità.Sbloccare gli investimenti – Sbloccare con misure eccezionali le opere già finanziate con risorse pubbliche e private. Rimuovere gli ostacoli normativi con riguardo alla logistica e all’energia. Utilizzare, con il necessario cofinanziamento nazionale, i fondi europei per il Mezzogiorno a partire da quelli del 2011. Perdere questi fondi sarebbe inaccettabile. Modificare il titolo V della Costituzione per recuperare a livelli appropriati la strategia delle grandi reti ed evitare sovrapposizioni di competenze.Semplificazione e Pubblica amministrazione – Approvare subito i provvedimenti di semplificazione all’esame del Parlamento. Non più rinviabile la riforma strutturale della Pa per un recupero di produttività e risolvere situazioni di crisi utilizzando strumenti analoghi a quelli del settore privato. Accelerare l’utilizzo di nuove tecnologie per accrescere la produttività e contrastare l’evasione anche potenziando la fatturazione elettronica e riducendo l’uso contante. Evitare misure di oppressione fiscale nei confronti dei contribuenti.Mercato del lavoro – Alla luce delle gravi difficoltà del Paese le parti sociali proseguiranno l’impegno per modernizzare le relazioni sindacali. Le parti sociali chiedono anche un piano straordinario di lotta all’evasione fiscale e contributiva utilizzando i proventi per ridurre la pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro. Detassare in via strutturale i premi di risultato. Incentivare la crescita dimensionale e la patrimonializzazione. Avviare un piano di riduzione progressiva dei pagamenti ritardati alle imprese in vista dell’applicazione della direttiva comunitaria. Attuare politiche incisive volte alla promozione e difesa del made in Italy di qualità quale leva competitiva del Paese in grado di valorizzare il lavoro, il capitale e il territorio italiano, sfruttando il potenziale di penetrazione commerciale all’estero delle imprese italiane. Definire un piano energetico per la green economy con una visione al 2020, operando principalmente attraverso la fissazione di standard. Sostenere i processi di ricerca e innovazione delle imprese cominciando con il rendere immediatamente operativo il credito d’imposta previsto dal Dl Sviluppo.

Scarica il documento presentato al governo