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Passerà dai distretti la ripresa italiana

Internazionalizzazione, predisposizione all’innovazione e al marketing: le leve grazie alle quali i distretti italiani tornano a crescere. Intesa Sanpaolo prevede un +2,2% nel 2014 e un +4,7% nel 2015

Potrebbe passare dai distretti industriali sparsi lungo tutta la Penisola la ripresa tricolore. Sono infatti loro i soggetti italiani meglio attrezzati per intercettare la domanda mondiale. Lo sostiene il Rapporto Annuale, realizzato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che prevede che nel prossimo biennio i distretti tornino alla crescita media del 3,5%, con un incremento del fatturato pari al 2,2% nel 2014 e addirittura del 4,7% nel 2015. Una crescita che al termine del 2015 permetterà ai distretti di avvicinarsi ai valori pre-crisi, colmando quasi tutto il gap (la variazione rispetto al 2008 sarà del -1,4%). Un ottimo risultato soprattutto se consideriamo che nello stesso periodo l’intero manifatturiero italiano segnerà invece una perdita del 9%.

Nello specifico il distretto che crescerà maggiormente sarà quello meccanico che nel 2015 registrerà un aumento medio di oltre il 6%. Segue il mobile (+2% nel 2014 e +5% nel 2015) e quindi il settore moda e l’alimentare.

Scendendo più in dettaglio degli 11 migliori distretti individuati dallo studio sei sono specializzati nella filiera alimentare: il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, i dolci di Alba e Cuneo, il caffè e la pasta napoletana, i vini del Chianti e i salumi di Parma. Tre sono le aree specializzate nel sistema moda, in particolare, nella filiera della pelle: le calzature di San Mauro Pascoli, la pelletteria di Arezzo e le calzature napoletane. Tra i primi undici distretti italiani anche il marmo di Carrara e per la uno della meccanica le macchine per l’imballaggio di Bologna.