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Se i brand finiscono vittime della politica

«No alla stella rossa di Heineken», dice l’Ungheria. Ma è solo una mossa scorretta in tema di concorrenza

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«No alla stella rossa di Heineken». Ma quelle di San Pellegrino e delle scarpe Converse vanno bene. Si nasconde dietro la politica e la lotta ai totalitarismi l’ultimo attacco alla libertà di impresa in Europa. Accade in Ungheria, dove il governo di Viktor Orbán ha preso di mira Heineken, il colosso olandese della birra che possiede in Italia il marchio Birra Moretti. Tutta colpa di quel simbolo, la stella rossa, che in Ungheria evoca brutti ricordi. Il Parlamento nazionale ha così votato una legge che proibisce l’uso, anche a fini commerciali, di quel simbolo così come di falce e martello, svastica, croce frecciata. Anche se non si capisce chi potrebbe mai pensare di vendere qualcosa con il simbolo delle SS.

A far suonare la decisione come tutt’altro che neutra, è comunque la rassicurazione che l’acqua San Pellegrino (gruppo Nestlé) e le calzature Converse non avranno problemi. Mentre la stella rossa di Heineken dà proprio fastidio. In realtà, però, sembra ci sia la volontà di tutelare la produzione locale di birra (anche se una delle aziende locali è in realtà situata in Romania. «Crediamo di dover difendere qualsiasi marca e azienda ungherese se qualcuno vuole abusare della sua posizione di predominio del mercato per escludere altri», ha detto il leader parlamentare del partito di Orbán, Lajos Kosa. Come riporta Repubblica, altri deputati vorrebbero «bonificare l´ambiente visuale dai simboli totalitari».

Peccato che, risponde l’azienda, la stella rossa sia in realtà un simbolo dei birrai olandesi che risale al Medioevo. Evocava i cinque ingredienti della birra: acqua, orzo, luppolo, lievito, e la cosiddetta “magia della birra”. E già nel 2008, la Corte europea per i diritti umani aveva dichiarato non automatico l’accostamento tra la stella rossa e il comunismo.