Connettiti con noi

Business

Stabilità, Manageritalia: «La manovra alza le tasse a chi le paga già»

L’associazione denuncia condanna la beffa del calo delle tasse statali e l’aumento di quelle locali. Palermo, Perugia e Napoli oltre il 100% di rincari sui redditi oltre i 25 mila euro

«Anche la legge di Stabilità del governo Renzi potrebbe perpetuare il gioco delle tre carte che da anni i vari governi fanno, dicendo di abbassare le tasse, ma poi nei fatti facendocele ritrovare complessivamente più alte. Anche qui il rischio, storicamente una certezza, è che si tolga da una parte (la Tasi), per aumentare dall’altra (imposte locali e altro)». E’ questa la denuncia di Guido Carella, presidente Manageritalia, di fronte alla manovra presentata dal governo al Senato. «E la beffa doppia di questo trend è che a pagare lo scotto sono in tutti i sensi quasi solo “i soliti noti”», prosegue Carella, «Quegli italiani che pagano le tasse e hanno redditi ben noti al fisco: lavoratori dipendenti e pensionati. Quelli nella fascia retributiva medio alta che paiono i più “ricchi” del Paese, mentre sono solo quelli più poveri di occasioni di evasione e/o ricchi di onestà».

Tabella 1. L’incidenza dell’Irpef e delle addizionali sui redditi medio-alti negli anni 2005-2015 nelle principali città

Addizionali regionali e comunali applicate ad un reddito medio (25.000 euro) nei principali centri urbani

Comuni

ANNO 2005

ANNO 2015

Totale

Addizionale regionale

Addizionale comunale

Totale

Addizionale regionale

Addizionale comunale

Ancona

379

254

125

538

338

200

Bari

350

225

125

543

343

200

Bologna

325

225

100

568

393

175

Firenze

350

225

125

406

356

50

Genova

343

225

118

566

366

200

Milano

320

320

0

543

343

200

Napoli

350

225

125

708

508

200

Palermo

275

225

50

633

433

200

Perugia

250

225

25

548

348

200

Roma

325

225

100

608

433

175

Torino

425

350

75

656

456

200

Udine

250

225

25

358

308

50

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Manageritalia su dati Istat

LO STUDIO. I dati elaborati da Manageritalia parlano chiaro. La pressione fiscale totale è passata in Italia dal 39,1% sul pil del 2005 al 43,5% del 2015. Nello stesso periodo le sole addizionali regionali e comunali sono aumentate esponenzialmente. Per un redito di 25 mila euro lordi annui la classifica è guidata, tra le grandi città, da Palermo (+130,2%), a seguire Perugia (+119,2%), Napoli (102,3%). Subito sotto il 100% di aumento troviamo al quarto posto Roma (87,1%) e a seguire Bologna (+74,8%), Milano (+69,7%), Genova (+65%), Bari (+55,1%) e Torino (+54,4%).

Se consideriamo invece i cosiddetti “ricchi” l’aumento è più che proporzionale e veramente esponenziale anche nella rabbia di pagare da ricchi senza esserlo e a tutto vantaggio di quelli che lo sono, ma non lo dichiarano. Infatti, per una retribuzione lorda annua di 100 mila euro o una pensione lorda annua da 75 mila euro abbiamo per le sole imposte comunali aumenti del 350% a Roma, del 166,7% a Torino, del 60% a Napoli, Milano invece l’ha inserita solo dopo il 2005. Le imposte regionali hanno peraltro aumenti allineati o superiori. L’analisi di Manageritalia sull’andamento addizionali comunali e regionali è ben più ampia e sorprendente.

Tabella 2. Graduatoria dei Comuni secondo l’incremento delle addizionali regionali e comunali applicate ad un reddito medio (25.000 euro)

Comune

Var. %

Palermo

130,2

Perugia

119,2

Napoli

102,3

Roma

87,1

Bologna

74,8

Milano

69,7

Genova

65,0

Bari

55,1

Torino

54,4

Udine

43,2

Ancona

42,0

Firenze

16,0

«Insomma la bontà di questa manovra, che nelle sue pieghe qualcosa di buono pare averlo, la scopriremo solo vivendo», conclude Carella, «solo così sapremo se si perpetuerà questo aumento delle imposte locali e/o un taglio dei servizi. Quello che sappiamo e del quale siamo certi è che il Governo dovrebbe assicurarci un calo netto delle tasse e non al netto di quanto avviene su base locale. Certo anche gli amministratori locali, sindaci e governatori, devono fare la loro parte con responsabilità. E noi soliti noti che paghiamo le tasse sappiamo anche che misure quali l’aumento della soglia del contante a 3 mila euro non depongono di certo a favore di una lotta e condanna degli evasori. Comunque monitoreremo la coerenza tra dichiarazioni e fatti e non mancheremo di farci sentire se questa venisse meno».