Connettiti con noi

Business

Tremonti: “Niente riforme lacrime e sangue”, ma solo fino al 2013

Il ministro dell’Economia illustra il programma nazionale di riforme e il documento di finanza pubblica, approvato dal Consiglio dei ministri. No a nuove tasse, riforme a costo zero come la riforma fiscale, la creazione dei distretti balneari e gli incentivi alle imprese e riforma. Dal 2013, però, gli interventi “saranno necessari”

“Siamo una famiglia che incassa come busta paga 100 e spende 104”. Con queste parole il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, spiega che l’Italia ha bisogno di una manutenzione dei conti perché così non si può andare avanti. “Una persona può andare avanti un anno, vai in banca e dici: ‘Io incasso 100 ma dammi 4,5 a prestito in più’. Lo puoi fare un anno, lo puoi fare due anni, ma in banca non li convinci. Per noi le banche sono i mercati finanziari”. Per questo motivo il nostro Paese deve intraprendere la strada difficoltosa della riduzione del debito, ma – almeno per ora – Tremonti è convinto che questo può avvenire “senza impatto reale e drammatico sulle persone e sulle famiglie”. A partire dal 2015 l’Italia dovrà iniziare a ridurre il mostruoso debito pubblico ed entro il 2014, invece, il rapporto deficit/Pil dovrà tendere a 0. Ce lo chiede l’Europa e ce lo chiedono i mercati finanziari. Ma come si fa? Una prima risposta è nei due documenti, approvati dal governo che verranno inviati entro fine mese a Bruxelles dopo una discussione in Parlamento. Si tratta del Documento di economia e finanza (Def) e il programma nazionale di riforme. Sostituiscono la vecchia finanziaria, valgono due anni (2011-2012). Nuove tasse non ce ne sono, grandi investimenti neppure: le riforme previste sono a costo zero, seppure importanti come la riforma fiscale, gli incentivi per le imprese che finanziano la ricerca nelle università, misure per il Sud e la creazione dei distretti balneari. Per i prossimi due anni la disoccupazione resterà stabile, intorno all’8%. Il Pil crescerà tra l’1,1 e l’1,5%. Tremonti garantisce che di manovre correttive non c’è bisogno anche se aggiunge “il grosso dei problemi, degli interventi necessari, sarà sul 13 e 14”. Quindi, per ridurre il debito, qualche manovra correttiva in fondo bisognerà farla, ma non prima del 2013-2013. La palla passa al governo che dovrà scrivere la decisione di finanzia pubblica per nuovo biennio. Difficile dire quanto peserà la manovra, soprattutto ora. Molto dipende da quanto la nostra economica crescerà nei prossimi anni.

Credits Images:

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (a sinistra) e il ministor dell'Economia, Giulio Tremonti