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Treni, il governo investe 17 miliardi nella Rete Ferroviaria Italiana

Tra gli obiettivi del finanziamento il potenziamento dei quattro corridori europei Ten, un più elevato livello di sicurezza e la nascita di un’unica società per il settore merci. Rinviata al 2017 la quotazione in Borsa

La cura del ferro “prescritta” a Rete Ferroviaria Italiana dal governo potrà contare su uno stanziamento di 17 miliardi di euro. Ad annunciarlo è lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, nel corso della presentazione dell’aggiornamento 2015 del contratto di programma tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana. Di questi 17 miliardi, nove verranno stanziati dalle Leggi di Stabilità 2015 e 2016 e dal decreto “Sblocca Italia” mentre gli altri 8 miliardi saranno oggetto del prossimo aggiornamento 2016. Stando alla nota diffusa da Rfi, i principali obiettivi sono «il miglioramento degli standard di sicurezza e delle tecnologie per il trasporto ferroviario, per dare una svolta significativa all’esperienza di trasporto di milioni di passeggeri e per proteggere le reti anche dalla fragilità del territorio, spesso soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico».

TRENI PUNTUALI COME METROPOLITANE. Il primo step è il potenziamento della rete ferroviaria, che comprende anche (e soprattutto) i quattro corridoi europei Ten-T (Scandinavo-Mediterraneo, Baltico-Adriatico, Reno-Alpi e Mediterraneo) e le relative tratte ferroviarie di accesso ai quali sarebbe destinata una somma pari a 5,4 miliardi. Quanto al traffico dei pendolari, le nuove tecnologie permetterebbero una più elevata regolarità dei convogli: l’ambizione è di un avvicendamento tra treni simile a quello (molto più rapido) dei convogli metropolitani. «Saranno poi attivate nuove fermate e stazioni per dare risposte concrete a chi vuole lasciare a casa l’automobile ma non può ancora farlo», si legge nella nota.

IL SETTORE MERCI. Per quanto riguarda invece il settore merci, per rendere più efficiente il rapporto con i clienti e dare vita a una maggiore sinergia industriale, FS unirà le attuali 10 società del comparto, dando vita a un’unica società. Questa sarà operativa nella seconda metà del 2016 e verrà controllata da una holding.

QUOTAZIONE RINVIATA AL 2017. E a chi chiede del possibile sbarco in Borsa, l’ad di FSI Renato Mazzoncini risponde: «La quotazione in Borsa è rimandata di sicuro al 2017. In questo momento mi sto occupando, più che di quotazione, di aiutare il Governo a definire una strategia di trasporto per aumentare la mobilità collettiva ferro-gomma rispetto a quella privata».