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Alitalia, ok dei soci ai conti. Ma il referendum spaventa Etihad

La compagnia di bandiera vara l’aumento di capitale tra i 200 e i 250 milioni di euro. La consultazione non raggiunge il quorum: trattativa a rischio

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Va a vuoto il referendum sugli accordi integrativi del gruppo Alitalia. Tra le sigle sindacali la spaccatura è ormai insanabile.

Da una parte la Uilt, che ritiene la consultazione non valida, dall’altra i sindacati che hanno sottoscritto l’accordo sul piano di risparmi da 31 milioni (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl trasporti e Usb). Appena il 27% dei lavoratori ha partecipato alla consultazione «Il referendum in Alitalia non è valido», attacca Claudio Tarlazzi, segretario generale della Uiltrasporti. Che dice: «La coesione e la condivisione delle scelte da parte di tutte le sigle sindacali sono essenziali per il completamento con successo delle intese con Etihad».

L’ASSEMBLEA DEI SOCI

Un brutto stop dopo la lunga assemblea dei soci aveva fatto un passo deciso in avanti per chiudere la trattativa. Il cda ha chiesto e ottenuto dopo 5 ore di riunione un aumento di capitale da 250 milioni e l’approvazione del bilancio 2013 che dovrebbe chiudersi in rosso di 569 milioni.

Ma la strada verso l’accordo con Etihad da 560 milioni rimane tortuoso dopo il no di Poste a partecipare ai debiti dell’attuale gestione. Secondo alcune indiscreazioni, Etihad avrebbe posto come ultimatum la firma entro lunedì. Un’ipotesi smentita dall’ad Gabriele del Torchio all’ingresso in assemblea.

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