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Business

Mediaset: effetto Vivendi sui conti

I primi nove mesi del 2016 si chiudono con un rosso da 116,6 milioni di euro. In crescita i ricavi pubblicitari

I primi nove mesi del 2016 segnano un rosso di 116,6 milioni di euro per il gruppo Mediaset, contro i -36,1 milioni dell’analogo periodo 2015. A livello di gruppo, i ricavi ammontano a 2,56 miliardi (+149,5 milioni di euro rispetto al 2015), l’Ebitda a 892,9 milioni (+21,5 mln), per un risultato operativo pari a 32,7 milioni. In Italia, i ricavi in Italia ammontano a 1,85mld (1,74mld); i ricavi pubblicitari televisivi lori hanno registrato un incremento pari al 2,6%, arrivando a quota 1,39mld. A ottobre, i ricavi adv risultano in crescita del 4,1% rispetto all’ottobre 2015. L’Ebit in Italia risulta negativo per 138 mln di euro (-48,4 mln nell’analogo periodo 2015).

I ricavi caratteristici delle attività pay ammontano a 457,4 mln (+12,6%). Hanno influito sui risultati del gruppo gli oneri straordinari una tantum sostenuti nel secondo e terzo trimestre 2016, pari a 50 mln di euro e derivanti dagli impegni assunti in seguito alla firma del contratto vincolante con Vivendi.

A questo proposito, il Cda ha ieri esaminato lo stato dell’arte del contenzioso con il gruppo francese. Dopo un primo semestre in linea con il budget del periodo, il terzo trimestre di Mediaset Premium è stato «pesantemente condizionato dal mancato rispetto del contratto vincolante firmato con Vivendi». A pesare sono stati da una parte lo stallo decisionale durante il periodo di “interim management”, dall’altra le decisioni editoriali assunte da Mediaset Premium proprio in conseguenza delle disposizioni contrattuali in tema di “interim management”. «Decisioni editoriali indicate da Vivendi che hanno determinato l’acquisizione di contenuti lineari non previsti a budget con impatti sui costi a partire dal terzo trimestre». La crescita dei ricavi della pay tv, pertanto, dopo il +16% dei primi sei mesi dell’anno, è rallentata nel terzo trimestre a un +5% circa.

«Tuttavia, il Consiglio ha condiviso il fatto che la progressiva normalizzazione seguita alla cessazione del citato stallo gestionale dovrebbe consentire (anche attraverso nuove campagne e iniziative di comunicazione in concomitanza con la fase cruciale dei gironi di Champions League e con il periodo natalizio) di supportare nella parte finale dell’esercizio il consolidamento del trend di crescita della base clienti e dei ricavi intrapreso con l’acquisto in esclusiva della Uefa Champions League».