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Anche i divi piangono

Negli ultimi dieci anni sono precipitati i compensi degli attori di Hollywood. I nuovi big sono Robert Downey jr. E Sandra Bullock. Mentre persino una scimmia riesce a fare più soldi di un co-protagonista…

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La crisi arriva persino a Hollywood. Ormai sono poche le star del cinema capaci di aggiudicarsi cachet a otto cifre per una pellicola: Robert Downey Jr. per Iron Man 3 (75 mln di dollari) è una mosca bianca, mentre Leonardo DiCaprio si è “accontentato” di 25 milioni per Wolf of Wall Street. Va peggio alle donne: comanda Sandra Bullock con i suoi 10 milioni per Gravity.

E dietro pochissimi big, scatta l’anonimato. Il co-protagonista di DiCaprio, Jonah Hill, ha intascato, ad esempio, appena 60 mila dollari. Persino la scimmia Crystal, per nove episodi sulla Nbc, prese di più nel 2012 (108 mila dollari). E un cane o un gatto prendono 400 dollari al giorno, quasi la metà di uno stunt man che per 899 dollari rischia l’incolumità e deve pagarsi pure una salatissima assicurazione.

A soffrire ovviamente è tutto l’indotto: un agente esperto oggi arriva a 200 mila dollari l’anno, dieci anni fa li prendeva per un solo bonus. Non va meglio ai registi: se Ridley Scott viaggia sui 7 milioni a film, un esordiente può sperare al massimo in 200 mila dollari a produzione. Ecco perché sempre più volti noti ripiegano su tv (Kevin Spacey in House of Cards) e pubblicità: si può arrivare anche a un milione di dollari per un solo giorno di lavoro.

Il piccolo schermo sembra ormai aver sorpassato la settima arte: Ashton Kutcher guadagna 750 mila dollari a episodio per Two and a half man e i big di The Big Bang Theory hanno appena firmato per un milione ciascuno a puntata. E l’erede di Letterman, Stephen Colbert, viaggerà sui 15 milioni di dollari annui al pari di Jay Leno. C’è un’altra categoria che resiste: le pornostar. Nonostante siti gratuiti e video amatoriali sul Web, i grandi nomi arrivano ancora a 200 mila dollari l’anno (gli uomini un po’ meno ma “durano” di più) solo con le pellicole, senza contare eventi e merchandising sempre più popolari.

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© Leon Neal/ Getty Images