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Vincent Bolloré indagato per il caso Mediaset-Vivendi

Il provvedimento arriva dopo l’esposto di Fininvest. La replica del gruppo francese: “Causa infondata e offensiva”

Vincent Bolloré, il numero uno di Vivendi, è indagato dalla procura di Milano per concorso in aggiotaggio in merito alla scalata a Mediaset. Il provvedimento fa seguito all’esposto presentato da Fininvest dopo l’operazione di Vivendi, che ha condotto il gruppo ad controllare il 29,94% dei diritti di voto di Mediaset (28,8% delle azioni). Secondo Fininvest, infatti, Vivendi avrebbe creato le condizioni per far scendere «artificiosamente» il valore del titolo Mediaset (ritrattando l’acquisto di Mediaset Premium), lanciando poi la scalata. Ieri Vivendi ha presentato i risultati del 2016, che vedono un utile netto di competenza pari a 1,25 miliardi di euro, in flessione del 35% rispetto al 2015. I ricavi registrano una crescita dello 0,5% (a 10,8 miliardi di euro), mentre il risultato operativo è in flessione del 2,9%, a 1,19 miliardi.

In merito alla vicenda Mediaset, l’a.d. Arnaud de Puyfontaine, ha dichiarato, nel corso della conference call: «La nostra volontà, la nostra strategia e la nostra visione non cambiano. Sono ottimista su un esito positivo con Mediaset». E ha aggiunto: «Siamo in un periodo di transizione. Non posso dare dettagli. Posso dire che abbiamo deciso a fine anno di prendere questa quota dopo intense discussioni con i vertici del gruppo Mediaset».

LA REAZIONE DI VIVENDI. Non è tardata ad arrivare la reazione di Vivendi alle indagini per aggiotaggio della procura di Milano su Vincent Bolloré: «L’iscrizione (nel registro degli indagati, ndr.) dei dirigenti Vivendi da parte della Procura di Milano è il risultato di una causa infondata e offensiva intentata dai Berlusconi contro Vivendi dopo l’aumento della sua quota in Mediaset. Non significa in nessun modo nessuna accusa nei confronti di nessuno», si legge nella nota del gruppo francese.

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Vincent Bolloré