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Scandalo Datagate: anche gli antivirus nel mirino dello spionaggio

“Camberdada” il nome dell’operazione di Nsa e Gchq che insidiava i software antivirus, mettendo in pericolo la privacy di aziende e utenti

Se pensavate che gli agenti segreti fossero fermi ai tempi di 007, la scoperta di una nuova frangia dello scandaloso Datagate vi smentirà: la National Security Agency (Nsa) e il Government Communications Headquarters (Gchq), agenzie di intelligence rispettivamente statunitense e britannica, avevano messo a punto un sistema di spionaggio che correva sul filo della Rete. E che aveva messo gli occhi sui nostri (apparentemente) più fedeli alleati sul pc, gli antivirus.

OPERAZIONE “CAMBERDADA”. Camberdada” è il nome che esce dai documenti del consulente informatico Edward Snowden, che dal 2013 svela sempre nuovi segreti sul Datagate: quest’operazione aveva come obiettivo il violare i cosiddetti antivirus, programmi che tutti noi installiamo sui nostri computer al fine di proteggerlo dai virus, migliorarne le prestazioni e preservare la nostra privacy durante la navigazione in internet. Un nuovo scandalo mentre spuntano le intercettazioni ai danni dei leader francesi, da Chirac a Sarkozy e Hollande.

PRIVACY IN PERICOLO. Nsa e Gchq, mediante tecniche di reverse engineering (analisi di un programma esistente, con il fine di crearne uno analogo e magari migliore), hanno messo il naso non solo nella struttura dei software, ma anche nei server aziendali. In questo modo le agenzie hanno potuto elaborare strategie per capire come superare i filtri degli antivirus, rendendo più efficaci le azioni di spionaggio. Lo scopo di queste azioni, che hanno ovviamente messo in serio pericolo la privacy degli utenti, sono risultate pericolose anche in termini di hacking, dato che gli antivirus sono vie di accesso privilegiate ai sistemi operativi dei computer.

LE AZIENDE ATTACCATE. Un attacco, questo, di grande e gravissima portata, che ha “fatalmente” risparmiato aziende britanniche e statunitensi. Sono 23 le società attaccate, tra cui alcune particolarmente note come McAfee, Avast e Kaspersky Lab; tra le aziende nel mirino dello spionaggio anche due italiane, Tgsoft/Vitipro e Novirusthanks. Il russo Eugene Kaspersky aveva già denunciato sospetti attacchi di Stato alla sua azienda, che gode di 270mila clienti aziendali e 400 milioni di utenti privati. Kasperky rappresentava per la Gchq un problema, data la tendenza ad ostacolare in ogni modo l’hacking; problema che, quindi, andava eliminato.