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Hi-Tech

Italiani analfabeti di tecnologia

Cresce l’interesse per la tecnologia, ma non la consapevolezza nell’utilizzarla

Gli italiani amano la tecnologia, ma faticano a comprenderla. È questa la conclusione cui si arriva guardando ai dati raccolti nell’ambito della ricerca TechHabits, promossa da Samsung, che mette sotto la lente le abitudini dei popoli di tutto il mondo relativamente alla tecnologia. In particolare, a colpire per quel che riguarda il nostro Paese è l’imperante analfabetismo in ambito tech.

ANALFABETISMO TECNOLOGICO. Secondo la ricerca, il 40% degli italiani ha dimostrato un serio interesse per le nuove tecnologie, e il 59% ne ha aumentato l’uso nell’ultimo biennio. La tecnologia in Italia ha visto un boom di utenti che supera la media europea; tuttavia, a questo interesse per i nuovi dispositivi a disposizione del grande pubblico non corrisponde una migliorata consapevolezza che aiuterebbe a utilizzarli in maniera più efficace. In particolare, secondo Samsung il 90% degli italiani non ha chiaro il significato di termini come “cloud” (che è il primo tra i termini più oscuri in Italia e in Europa), “emoji” e il concetto di “Internet delle cose”. Purtroppo, al quarto e quinto posto della classifica delle parole tecnologiche meno comprese compaiono anche la fibra ottica e Android, utilizzato da moltissimi ma, a quanto pare, noto a ben pochi.

MANCA LA FORMAZIONE. Gli italiani, dunque, utilizzano la tecnologia, ma non ne capiscono i termini, che pure sono spesso costretti ad usare. Per quale motivo? La “colpa” è senza dubbio da attribuire allo scarso credito che l’alfabetizzazione tecnologica ha nelle scuole e nella formazione di alto livello e professionale, dove essa viene generalmente trascurata. E così, nonostante una crescita costante dei contatti fra persone e device hi-tech, i poveri utenti si sono trovati, nell’88% dei casi, a fingere di conoscere un termine tecnologico e, nel 32% dei casi, sono stati in difficoltà nell’utilizzare i propri dispositivi a causa di un lessico tecnico poco trasparente. Tanto che il 36% degli italiani sente di aver scelto un device troppo complicato, se commisurato alle proprie conoscenze e capacità: un ritardo tecnologico particolarmente sofferto dal 7% degli intervistati.