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Lavoro

Ciò che semini raccogli

Quanto la reputazione può influenzare la carriera nell’epoca della rete e dei social network il detto si fa ancora più attuale. Ecco come fare per seminare bene

Recita un noto proverbio che “il tempo è galantuomo”. Vale a dire che la vita alla lunga tende a restituirci ciò che intorno a noi abbiamo nel tempo generato. Questo principio risulta oggi di grande attualità e trova una forte applicazione nel mondo del lavoro. L’immagine e la reputazione di un soggetto, individuale o collettivo, rispecchia l’operato di questo nel tempo, generando spesso conseguenze in linea. Questo risulta tanto più vero in un’epoca in cui, soprattutto attraverso la rete, la possibilità di diffondere fatti o opinioni amplifica la velocità e l’ampiezza della loro propagazione rispetto al passato.

COSA SI DICE DI TE

Il più importante risvolto di questo principio risiede nella reputazione. Vale a dire ciò che sappiamo o pensiamo di una persona attraverso ciò che nel tempo abbiamo appreso per conoscenza diretta o per sentito dire. Quanto più la reputazione risulta diffusa e omogenea (o trova riscontro nella propria esperienza personale) tanto più naturalmente si tende ad accoglierla come vera. Oggi più che mai la reputazione di un soggetto ha un impatto molto forte sul suo percorso e sul suo operato. Questo vale per i personaggi pubblici, ma trova analoga applicazione all’interno di ambiti quali un determinato settore professionale o un’azienda. La vulgata manageriale è ricca di ritratti di personalità celebri nella business community che nascono dal racconto di chi opera o ha vissuto a contatto con esse e ne diffonde l’immagine attraverso il proprio sistema di relazioni, spesso in modo informale. Non c’è infatti modo migliore di aver lavorato a fianco di qualcuno per conoscerne i tratti della personalità meno evidenti o più singolari che normalmente non trovano risalto nelle comunicazioni ufficiali. Così il mercato racconta ad esempio della propensione di alcuni ceo di importanti gruppi industriali a fagocitare la vita privata dei propri manager, o della forte propensione all’accentramento di ogni decisione da parte di molti imprenditori, o della volubilità con cui alcuni personaggi del mondo della moda cambino periodicamente il proprio management. Naturalmente questo vale anche in relazione ai tratti positivi che nel tempo possono costruire un alone dai toni quasi leggendari come per Jack Welch o Steve Jobs.

LEADERSHIP

Ora è evidente come la reputazione di un executive sia un elemento che racchiude molteplici fattori. Credo valga la pena esplorarli brevemente. Uno dei più rilevanti attiene alla leadership, vale a dire la capacità di esprimere una visione che sappia ispirare in modo naturale gli altri, in grado di catalizzare consenso ed entusiasmo rispetto a un progetto comune in cui le persone si riconoscano e verso cui spontaneamente facciano convogliare le proprie capacità e il proprio impegno. Il panorama italiano è ricco di personalità riconosciute per la leadership trascinante quali Enzo Catania, Vittorio Colao o Andrea Guerra tra i manager, Renzo Rosso, Remo Ruffini e Nerio Alessandri tra gli imprenditori.

COMPETENZE

Un altro elemento fondamentale riguarda le capacità e le conoscenze di cui una persona è portatrice, per cui si viene riconosciuti come esperti o guru nel proprio settore. La capacità di innovazione di personalità quali Michele Ferrero o Giovanni Rana, o quelle di risanamento di un’azienda di Franco Tatò o Enrico Bondi sono tra gli esempi più noti in questo senso.

IMPEGNO

Un terzo aspetto attiene all’impegno, cioè al livello di ingaggio con cui una risorsa affronta le sfide, la sua capacità di resistenza di fronte agli ostacoli, di sacrificio e perseveranza e il modo in cui queste vengono riconosciute come un modello. L’attuale ceo di Fiat, Sergio Marchionne, è unanimemente riconosciuto come benchmark con pochi eguali su questo fronte.

ETICA

Un altro elemento importante riguarda l’integrità della persona, i valori di cui si sia dimostrata concretamente portatrice nei propri comportamenti pubblici e privati, tanto nella conduzione del proprio ruolo quanto nel voler contribuire alla società o all’ambiente circostanti. Questo tema, ingiustamente considerato marginale anni fa, oggi è divenuto centrale; molte aziende hanno definito principi etici cui devono conformarsi i propri dipendenti, manager in primis.

STILE

Infine vi è un aspetto della reputazione che riguarda lo stile, le attitudini o i comportamenti di un executive, che potranno risultare più o meno idonei a operare in certi contesti o a fronte di determinate situazioni. Vi sono per esempio personalità note per la loro durezza o il loro decisionismo, altre per essere molto generose o poco inclini ai conflitti; alcuni rinomati per la loro capacità di far crescere le risorse più giovani, altri per essere splendidi “direttori di orchestra” ed altri ancora degli straordinari solisti, chi è noto per il proprio protagonismo e chi tende a celarsi dietro un sobrio understatement.

REFERENZE E SELEZIONE

L’importanza della reputazione si riscontra attraverso un impatto di questa su diversi livelli. Il primo riguarda la cosiddetta employability della persona, la possibilità che al soggetto venga offerta una determinata opportunità professionale. Ogni processo di selezione di un manager o del membro di un board oggi non prescinde mai da una capillare presa di referenze nei confronti del candidato, che ne vada proprio a sondare la reputazione in tutte le sue dimensioni. Un incidente di percorso può far perdere un’opportunità importante.I n secondo luogo all’interno dell’azienda, contesto o settore in cui si opera una reputazione positiva tende a trasformarsi in rapporti di stima e consensi che saranno la base di alleanze, capacità di influenza o coinvolgimento in processi di cooptazione, laddove un vissuto di segno opposto alimenterà spesso sospetti o ostilità più o meno manifeste. Un terzo e importante impatto della reputazione è rispetto al mercato. La credibilità personale di chi ricopre ruoli di vertice in società quotate o che necessitino di fiducia da parte degli stakeholders è un fattore critico di successo per un’azienda, soprattutto in momenti in cui questa abbia bisogno di rilanciarsi attraverso piani industriali ambiziosi o che implichino fattori di rischio. In tutti questi casi spesso l’elemento intangibile della reputazione del management che guida l’azienda risulta determinante per l’attribuzione di elementi tangibili quali l’ingresso di nuovi capitali o il supporto da parte del sindacato o delle istituzioni.

IN AZIENDA

L’importanza della reputazione vale con altrettanta forza per i soggetti collettivi, in primis le aziende; per queste ultime vorrei evidenziare soprattutto tre ambiti su cui ha un impatto elevato. Il primo riguarda i consumatori e afferisce la qualità dei propri prodotti e processi produttivi, in particolare la tutela dell’ambiente e uno sviluppo economico sostenibile. Oggi le aziende destinano molte risorse a comunicare questo per rispondere a un’esigenza crescente dei consumatori, che sempre di più considerano un elemento discriminante quanto un marchio si dimostri sensibile su questo tema. Il secondo è la responsabilità sociale, l’impegno a contribuire allo sviluppo del contesto in cui l’azienda opera, con una particolare attenzione alle componenti più bisognose. Il terzo riguarda l’azienda come ambiente di lavoro, più o meno stimolante, capace di attrarre le migliori risorse ed offrire un contesto motivante. In questo senso va segnalato il diffondersi di iniziative quali Great Place to Work che misurano e certificano questi aspetti, come di blog spontanei in cui si raccolgono testimonianze non filtrate di persone che lavorano in una data azienda a beneficio di coloro che siano interessati a farne parte.

CHE REPUTAZIONE HA LA TUA AZIENDA?L’importanza della reputazione non si ferma ai singoli soggetti, ma chiama in causa anche le aziende. Cosa si dice di un’azienda in termini di qualità di prodotto, responsabilità sociale, ambiente di lavoro che riesce ad attirare le migliori risorse? Great Place to Work® Institute è una delle tante società di ricerca di misurano e certificano questi aspetti. Si tratta di una società di ricerca e consulenza manageriale che ha base negli Stati Uniti e uffici internazionali affiliati in tutto il mondo. Il Great Place to Work® Institute ascolta i dipendenti e valuta i datori di lavoro per capire che cosa rende un ambiente di lavoro eccellente. Verificano se c’è fiducia tra dipendenti e management. In un ambiente ad elevata fiducia le persone cooperano e collaborano creando rapporti positivi, profitti più alti e maggiore produttività (www.greatplacetowork.it)