Connettiti con noi

Lavoro

Servono 85 mila «nerd» per agguantare la rivoluzione digitale

Mercato in crescita del 2,6% fino al 2019, secondo il rapporto Assinform sull’Italia. Ma nonostante le lentezze della Pa e le difficoltà delle piccole imprese, entro pochi anni serviranno 85 mila professionisti digitali

architecture-alternativo

Servono 85 mila nuovi professionisti per agguantare la rivoluzione del mercato digitale. Il settore è in crescita e lo sarà fino al 2019, con un tasso di avanzamento del 2,9%. Eppure, per non perdere quanto di buono fatto, bisognerà trovare almeno 85 mila «nerd», cioè esperti di digitale da inserire nel mercato del lavoro per sostenere l’innovazione entro il 2018.

LAVORI DIGITALI, SERVONO 85 MILA PROFESSIONISTI

Dà i numeri il rapporto Assinform-Confindustria digitale: il settore (informatica, telecomunicazioni e contenuti) nel 2016 è cresciuto dell’1,8 % raggiungendo i 66.100 milioni di euro. Meglio ancora sono andati i primi tre mesi di quest’anno (+2,8), tanto che si stima che il 2017 possa essere chiuso a +2,3%, per proseguire con costanza nei due anni successivi fino a raggiungere i 74.453 milioni di giro d’affari nel 2019.

A patto di trovare le figure giuste da inserire per supportare la crescita, mentre nel frattempo si spera di rimediare alle lentezze della pubblica amministrazione e alle difficoltà delle piccole imprese. A fronte di una crescita media annua stimata del 4,4%, infatti, la Pa resta ancorata al 2% (sanità a parte, data al 3%). Risultati lontani dal 4,5% nelle Utility, del 4% nelle banche; del 4,2 % nelle assicurazioni; del 3,6 % nei trasporti: del 4,7% nella distribuzione.

NUOVE PROFESSIONI DIGITALI

Serviranno dunque 85 mila specialisti, 65 mila dei quali per un primo impiego, più della metà laureati. Ci si contenderà soprattutto i nuovi data scientist, business analyst, project manager, security analyst, ruoli necessari a mandare avanti i progetti di trasformazione digitale. «Il digitale sta contaminando l’economia», spiega Agostino Santoni, presidente Assinform «e il trend va irrobustito ampliando la platea delle pmi coinvolte dalla trasformazione. Per Elio Catania, presidente di Confindustria digitale, servirà per un raddoppio «degli investimenti entro i prossimi cinque anni e ad una amministrazione pubblica in grado di essere motore di innovazione, non freno. I piani di digitalizzazione sono sul tappeto da tempo, ma la loro attuazione è troppo lenta».