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Lavoro

Quella voglia di farla pagare sempre ai manager

Uber, Alitalia, Italia Independent: casi diversi, situazioni complessa e un un’unica soluzione. I manager pagano per tutti

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Uber, Alitalia, Italia Independent: casi diversi, un unico denominatore comune. A pagare per gli errori di tutti sono sempre i manager. Ha fatto scalpore “l’aspettativa a tempo indeterminato” dell’amministratore delegato di Uber, Travis Kalanick. Se mai tornerà, avrà responsabilità praticamente nulle: su di lui le accuse sono pesanti e riguardano le molestie sessuali. «La responsabilità finale di dove siamo arrivati e di come siamo arrivati sta sulle mie spalle», ha scritto ammettendo: «c’è molto di cui essere orgogliosi ma anche tanto da migliorare».

L’inchiesta sull’azienda ha portato, tra le altre cose, a consigliare anche una riscrittura dei valori culturali di Uber e un training obbligatorio dei leader dell’organizzazione. La sua colpa è, dunque, quella di aver portato una cultura sessista in azienda che si è rivelata diffusa a molti livelli. Lo raccontano diversi casi di cronaca a partire da quello dell’ex ingegnere Susan Fowler, molestata sul lavoro. A poco è servito portare Arianna Huffington, celebre giornalista, nel board dell’azienda. Poco importa che 9 donne su 10 nella Silicon Valley siano state vittime di discriminazioni e molestie.

PAGANO SEMPRE I MANAGER

Completamente diversa la situazione in Alitalia, ma l’esito è lo stesso. Come scrive il commissario Luigi Gubitosi in una lettera per tranquillizzare i dipendenti «stiamo lavorando anche sul rafforzamento manageriale. Circa il 25% dei dirigenti è stato o sarà avvicendato entro il mese di giugno, in un’ottica di rafforzamento manageriale e discontinuità con il passato. Entro la fine di luglio sarà pronto il nuovo piano industriale su cui vi aggiorneremo. In sintesi è stato un mese intenso, difficile ma anche denso di soddisfazione nel vedere quanto sia ancora forte il brand e la simpatia che attrae», è il piano dell’ex dg Rai. Insomma, la strategia di non investire sulle rotte a lungo raggio era stata decisa ad alto livello, con qualche influenza anche della politica. Pagheranno però i dirigenti, e non solo quelli di alto livello.

Infine, più in piccolo va riportato il caso di Italia Independent, l’azienda di Lapo Elkann da tempo in difficoltà. Da Pitti, l’erede di casa Agnelli ha spiegato i suoi piani: «Nove mesi fa ho capito che i miei top manager avevano preso una direzione che non era quella che mi piaceva. Oggi non ci sono più, ho dovuto licenziarli perché non erano all’altezza delle aspettative». La loro colpa? Supponenza, presunzione e troppo ego…

Credits Images:

Travis Kalanick, ormai ex Ceo di Uber