Le competenze professionali più richieste in futuro? Non saranno legate all’informatica o al digitale: nei prossimi anni le aziende avranno sempre più bisogno di profili dotati di soft skills come la capacità di comunicazione, l’orientamento al lavoro di squadra e la disposizione alla leadership.
Ne è convinto anche il Ceo di LinkedIn Jeff Weiner che, in un’intervista all’Editor in Chief di Wired Nicholas Thompson, ha sottolineato l’importanza delle cosiddette competenze trasversali a discapito di quelle tecniche, collegate alla programmazione informatica o all’uso di singole piattaforme. “Negli Stati Uniti il gap più ampio dal punto di vista delle competenze professionali – sostiene Weiner – è legato alle soft skills. Capacità di comunicazione scritta e orale, team building, leadership, collaborazione.”
Le tecnologie oggi stanno ridisegnando i processi produttivi e trasformando le esigenze nei contesti aziendali. “Per quanto l’intelligenza artificiale sia diventata e stia diventando sempre più potente – ammette Weiner – i nostri computer sono ancora molto lontani dal poter replicare e sostituire l’interazione umana, il tocco umano”.
Nella sua ottica, quindi, le professioni che richiedono questo tipo di competenze, quelle legate per esempio al customer care o allo sviluppo commerciale, non potranno essere automatizzate per un periodo di tempo più lungo, garantendo maggiore sicurezza e stabilità ai dipendenti che ricoprono questi ruoli.
Le imprese hanno attualmente tutte le competenze interne per trasferire ai propri dipendenti le soft skills più utili nel proprio contesto organizzativo. Il prossimo passo sarà quindi riuscire a formare i dipendenti nel modo più coerente con il nuovo scenario: “invece di formare tutti a diventare software engineer – conclude Weiner – è importante aiutare la forza lavoro ad acquisire competenze trasversali, avendo come base delle skill digitali di buon livello.”
Scrivere una mail in modo chiaro ed efficace, lavorare a un foglio elettronico, elaborare testi saranno tutte competenze necessarie anche a chi lavora in ambito informatico.
Indispensabile, oltre alla formazione, sarà mettere in piedi un processo di selezione mirato, capace di portare in azienda nuovi talenti dotati di queste competenze. Valutare le soft skills in fase di colloquio non è però sempre facile – lo sanno bene gli specialisti del recruiting e delle risorse umane.
A darci soccorso in questo senso ci ha pensato Tommy Mello, Founder di A1 Garage Doors, che in un suo recente post ha elencato alcune domande utili per testare le competenze trasversali dei candidati:
Per valutare l’ambizione – Come ti assicuri di imparare e crescere in modo giusto nella tua vita professionale e privata? Fai degli esempi.
Per l’impegno – Racconta un episodio in cui hai fatto più del dovuto al lavoro. Quali motivazioni ti hanno spinto a farlo? Ne è valsa la pena?
Per la capacità di comunicazione – Hai mai avuto un’idea in cui credevi molto che non era condivisa dai tuoi colleghi? Come l’hai comunicata al tuo team e come sei riuscito a convincerli?
Per l’umiltà e l’autoconsapevolezza – Ognuno di noi ha commesso i propri errori al lavoro. Puoi raccontarne uno?
Per la capacità di organizzazione e gestione – Ti sei mai sentito sopraffatto dal lavoro? Come hai risolto questo problema?