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Lifestyle

Greenpeace: la moda ha la stoffa per essere bella e pulita

Dalla collaborazione tra sei aziende tessili italiane fornitrici del lusso internazionale e la Ong ambientalista nasce l’iniziativa per rivoluzionare il mercato del settore. No alle sostanze tossiche, si al fashion libero da sostanze chimiche e nocive

L’ultimo giorno della MilanoModaDonna 2014 ha portato buone novità per l’ambiente e la salute: sei tra le più rinomate aziende italiane del tessile, in gran parte fornitrici dei marchi del lusso internazionale, hanno detto no alle sostanze chimiche per le proprie produzioni e si impegnano ad eliminarle dalle proprie filiere. A prendere questo impegno sono Berbrand, Besani, Italdenim, Miroglio, Tessitura Attilio Imperiali e Zip, imprese che hanno sottoscritto il programma Detox di Greenpeace, la Ong ambientalista internazionale impegnata in battaglie per l’ecosostenibilità in tutto il mondo.

L’iniziativa, come riportato sul blog dell’associazione, ha l’obiettivo di rivoluzionare il mercato della moda “ripulendolo” da tessuti realizzati con sostanze tossiche e pericolose per la salute. Già in passato la ng ambientalista aveva dato vita a un’iniziativa simile con The Fashion Duel, portato avanti con brand come Valentino e Burberry.

Oggi le cifre del Programma Detox mostrano dati incoraggianti per le basi di una moda che «può essere bella senza costarci la salute del pianeta», così come riporta lo slogan dell’iniziativa.

Nel 2013 le aziende anti- sostanze tossiche hanno prodotto 7 milioni di metri di tessuto detox (pari quasi alla distanza tra Roma e New York), e ne hanno stampato 40 milioni di metri (quasi quanto la circonferenza della Terra!). Il risultato dell’impegno di queste aziende “pulite” che hanno sottoscritto il Programma Detox punta a influire, direttamente o indirettamente, sulla produzione di circa 70 milioni di indumenti ogni anno.

Una delle società “detox”, la Miroglio, ha deciso di estendere la produzione senza sostanze tossiche anche alla propria linea Fashion commercializzata con alcuni brand del mercato italiano come Motivi, OItre, Elena Mirò e Caractère. Inoltre, le aziende che partecipano all’iniziativa di Greenpeace, all’insegna della trasparenza, hanno deciso di divulgare i risultati delle analisi dei propri prodotti nei propri siti corporate.

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Credits Images:

© Kelly McCarthy/Flickr