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Lifestyle

La pacchia è finita: ai cinesi non conviene più comprare il lusso in Europa

Crolla il differenziale tra i prezzi locali e quelli europei: -9% in un anno. Ai consumatori cinesi fa capo un terzo degli acquisti luxury

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Ai cinesi non conviene più venire in Europa per comprare beni di lusso. L’allarme lo lancia un’analisi Deloitte, riportata Financial Times, che racconta il crollo del differenziale di prezzo tra il Vecchio Continente e la Cina. Il confronto tra gli scontrini di Pechino e Parigi, per esempio, un anno fa segnava +41%, crollato ora a +32%.

AI CINESI NON CONVIENE PIU’ COMPRARE IL LUSSO IN EUROPA

Si tratta di una spada di Damocle sul settore, perché dai consumatori cinesi dipende un terzo degli acquisti di beni di lusso in tutto il mondo. A pagare sono soprattutto l’abbigliamento e le calzature, che dodici mesi fa vantavano un sovrapprezzo del 50% in più. Se prima i flussi turistici portavano i ricchi asiatici nelle capitali europee, adesso si ingrossano i numeri del mercato interno dove ormai i prodotti di alta gamma costano sempre meno. Si tratta di uno degli effetti positivi – per la Cina – del deprezzamento del renminbi cinese rispetto all’euro, un fenomeno che ha portato il governo a fermare l’uscita di capitali dal Paese. Il resto l’ha fatto la progressiva diffusione dell’ecommerce.

«I prezzi più armonici», scrive l’Ft, «influiscono sulle dinamiche del mercato del lusso e stimolano un ‘reshoring dello shopping’ dei cinesi che, negli ultimi anni, hanno contribuito al rilancio globale del settore. La maison francese Hermès, ad esempio, ha spiegato come l’accelerazione della domanda in Cina abbia trainato il +10,5% registrato dai ricavi in Asia nel secondo trimestre d’esercizio».