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Lifestyle

Contraffazione, la rivolta contro Alibaba

Gucci America esce dall’Iacc in seguito all’ingresso del colosso ecommerce, citato in giudizio da diverse griffe del gruppo Kering che lo accusano di sostenere il mercato delle contraffazioni

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Dopo Michael Kors (che lo aveva definito “l’avversario più pericoloso e più dannoso”), anche Gucci America prende posizione contro l’ingresso di Alibaba, gigante cinese dell’e-commerce guidato da Jack Ma, all’interno dell’International AntiCounterfeiting Coalition (Iacc), la principale associazione di tutela delle griffe contro i falsi, che conta oltre 250 membri, con sede a Washington. Ad ammetterlo la stessa Iacc attraverso le parole del vicepresidente Candice Li-Uzoigwe che ha dichiarato: «Non erano felici dell’adesione di Alibaba». Sono diverse, infatti, le griffe che accusano il colosso asiatico quantomeno di uno scarso impegno nella lotta alla contraffazione e che lo hanno citato in giudizio presso la corte federale di New York accusandolo di incoraggiare e lucrare sulla vendita di prodotti “taroccati” sulle proprie piattaforme. Una reazione forte nonostante Alibaba sia stato accettato nella Iacc all’interno di una categoria speciale priva di diritto di voto.

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