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Se un giudice vanifica la lotta alla pirateria online

“Il file sharing è un risparmio di spesa, non un’attività a fine di lucro”: la tutela del copyright torna indietro di dieci anni. I consumatori furbetti esultano

Un giudice vanifica la lotta alla pirateria online. Dopo anni di battaglie legali contro i siti che offrono link per contenuti in streaming, per la prima volta in Europa una sentenza annulla la sanzione da 600 mila euro comminata a un gruppo di siti (filmakers.biz, filmaker.me, filmakerz.org, e cineteka.org) per violazione del copyright.

La pericolosa rivoluzione giurisprudenziale arriva dal Tribunale di Frosinone: «Finalmente un giudice ha riconosciuto che non è automatica la violazione del diritto d’autore se un sito ospita link a streaming di film e musica su internet, anche con banner pubblicitari, se non è chiaro il fine di lucro», festeggia a Repubblica.it l’avvocato Fulvio Sarzana. «Il giudice, rilevando come l’indicazione di link non possa qualificarsi come messa a disposizione diretta di file protetti dal diritto d’autore ha ritenuta lecita l’attività del portale. E questo nonostante la presenza di banner pubblicitari. Il giudice infatti ha evidenziato quanto in sé il file sharing, ovvero la condivisione di file protetti dal diritto d’autore, sia un risparmio di spesa e non una attività con finalità di lucro». «Non basta infatti che il sito produca reddito», aggiunge Sarzana, «ma occorre dimostrare che l’attività di lucro sia collegata alla singola opera e che ne sia il corrispettivo, perché altrimenti siamo in presenza di un risparmio di spesa e non di una attività di messa a disposizione per finalità di lucro».

LA SENTENZA. «Al fine della commissione dell’illecito in esame», si legge nella sentenza, «deve essere raccolta la prova dello specifico intento del file sharer di trarre dalla comunicazione al pubblico, per il tramite della messa in condivisione in rete di opere protette, un guadagno economicamente apprezzabile e non un mero risparmio di spesa». Il fine di lucro costituisce, dunque, il requisito essenziale di punibilità: crolla così l’automatismo che portava all’oscuramento dei siti che danno accesso a streaming illegale. E la lotta alla pirateria torna indietro di dieci anni.