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Pubblicità in Italia, diminuiscono i soldi ma non le aziende

Secondo il rapporto Nielsen Economic and Media Outlook gli investitori non abbandonano la leva della comunicazione. Il mercato dell’Adv online è ormai maturo e sta cambiando pelle

Nelle campagne pubblicitarie diminuiscono i soldi, ma non le aziende. I dati dell’ultimo Nielsen Economic and Media Outlook parlano chiaro: nel 2012 a fronte di una riduzione della raccolta consistente, il numero delle aziende inserzioniste rimarrà in linea con quello del 2011. Secondo l’analisi di Nielsen, quindi, la contrazione del valore della spesa complessiva in advertising è dovuta in grandissima parte alla riduzione dell’investimento medio e non all’abbandono della leva comunicazione da parte delle aziende, che anzi sembrano intenzionate a mantenere aperto un canale con i consumatori.A eccezione di internet, gli altri mezzi chiuderanno il 2012 in calo; la Tv resterà il primo mezzo in termini di quota, ma la chiusura sarà negativa. Un segnale positivo arriva dalle nuove offerte digitali e da singole emittenti che mantengono buoni tassi di crescita e riescono ad attirare anche inserzionisti con minore capacità di spesa. Tornando al Web, nel 2012 il peso di internet nella torta pubblicitaria supererà l’11%. È un mercato che continuerà a crescere ancora per diversi anni, anche perché in termini di diffusione e utilizzo i margini sono ancora ampi, ma che dal punto di vista pubblicitario sta entrando nella sua fase di maturità e sta cambiando pelle, sia in termini di offerta che in termini di tipologia di clienti (dove in questo caso per clienti intendiamo gli inserzionisti). In ambito internet il video advertising è una delle tipologie che nel corso degli ultimi anni è cresciuta in maniera più forte e costante, a fine anno si posizionerà alle spalle di display e search come tipologia preferita dagli inserzionisti sul web. Il secondo grande elemento in evoluzione è la composizione del parco inserzionisti di internet: gli investimenti provenienti dal mondo del largo consumo sono cresciuti a ritmi molto alti nel corso degli ultimi anni e nel 2012 (+72% nel primo semestre 2012 rispetto al 2011) in particolare. Mentre a oggi i primissimi spender su internet provengono in larga parte da settori quali automotive, Tlc, media o finanza, proseguendo su questi ritmi di crescita le aziende del food & beverage scaleranno il ranking.