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“La fiducia guida gli acquisti e abbassa lo spread”

Elemento che influenza le scelte dei consumatori e spinge le vendite, la fiducia si rivela la migliore strategia di marketing. Anche per l’Italia

La strategia di marketing vincente? Conquistare la fiducia dei consumatori. In un periodo di incertezza istituzionale ed economica come quello che stiamo vivendo, dove l’accrescimento della complessità dei mercati e le ristrettezze economiche rendono i processi decisionali connessi con la scelta di beni e di servizi sempre più complessi, emerge un maggiore bisogno di fiducia da parte dei consumatori e dei cittadini. A sostenerlo è Sandro Castaldo, ordinario di economia e gestione delle imprese al dipartimento di marketing della Bocconi, che dà una lettura economico-finanziaria di questa teoria: “Se un paese ispira fiducia a livello internazionale, certamente non verrà penalizzato da spread così elevati come quelli che oggi subiamo a livello nazionale. Per uscire più rafforzati dal periodo di crisi economica – e di fiducia – che stiamo vivendo oggi, non è più sufficiente solo soddisfare le esigenze del cliente, ma è necessario ottenere nel tempo la sua fiducia. Insomma, si tratta di un orientamento che potremmo definire ‘trust oriented marketing’, ovvero un marketing finalizzato a conquistare la fiducia del cliente nel lungo periodo”.Il trust deve quindi essere un valore per le imprese, da accrescere tramite lo sviluppo di una coerente reputazione corporate e di prodotto. Il 70% dei consumatori infatti non acquista un prodotto se non apprezza l’azienda che lo produce, come dimostra lo studio The Company behind the Brand: In Reputation We Trust di Weber Shandwick. Dalla ricerca emerge anche che il 67% dei consumatori legge le etichette dei prodotti per verificare l’azienda produttrice e il 61% è infastidito se non riesce ad identificarla, mentre il 56% cerca informazioni sul brand e un altro 56% non acquista se non riesce a individuarlo. Attenzione anche a scandali o operazioni non corrette di un’azienda: nel 43% ispirano più commenti rispetto alle sue azioni virtuose (37%), sostenibili (31%) e ai servizi offerti alla comunità (29%). Un monito alle aziende, ma anche al nostro Paese.