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Se non comunichi scompari

Tv, web, eventi o radio. Non importa cosa scegliere ma bisogna esserci. Nel modo giusto e per dare una spinta alla ripresa economica

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La comunicazione? Una chiave strategica per uscire dalla crisi economica. Lo pensa ben il 61% degli italiani, soprattutto gli uomini tra i 18 e i 34 anni di età. È emerso dalla ricerca “Innovazione, stile e valori: chi non comunica scompare” condotta dall’Istituto Piepoli e presentata nel corso della quarta edizione del Forum della comunicazione, tenutosi all’auditorium Parco della Musica di Roma il 7 e l’8 giugno. Il tema principale di quest’anno, del resto, era proprio quello del rapporto tra comunicazione e crescita dell’economia e dell’importanza rivestita da una buona comunicazione sia sui media tradizionali che sulle nuove piattaforme d’informazione. Il sondaggio, quindi, non ha fatto altro che confermare il parere degli organizzatori, della community virtuale che ha contribuito a selezionare i temi chiave dell’evento, e dei partecipanti. Ma l’economia non è stato l’unico argomento affrontato. La due giorni ha dato spazio anche all’emergere dei social media, all’importanza della web reputation, a convergenza e rivoluzione dei format, mobilità e social network e poi sviluppo sostenibile, corporate social responsability, internazionalizzazione e nuove professioni della comunicazione. Tutti temi di grande attualità, che hanno attirato circa 2.200 persone (in leggera crescita rispetto allo scorso anno).

I NUMERI DEL FORUM

60 partner ufficiali e 38 relatori

12 ore di diretta televisiva non stop in streaming su rai.tv e sul sito ufficiale della manifestazione

2.200 partecipanti

30 sessioni di lavoro

«Per noi, più che la crescita in termini di numeri, il vero obiettivo – ed è stato raggiunto – era quello di vedere la partecipazione di un pubblico business», commenta Fabrizio Cataldi, fondatore di Comunicazione italiana, business social media organizzatore della manifestazione, «ossia di circa 2 mila manager che hanno lasciato momentaneamente gli uffici per trovare ispirazione al Forum. In questi tempi frenetici chiedere due giorni di tempo è moltissimo, ma le registrazioni ci hanno indicato che i partecipanti sono stati per lo più presenti per l’intera durata dei lavori. È stata un po’ una conferma, insieme al risultato del sondaggio, del valore che abbiamo voluto dare alla comunicazione nella nostra campagna “Chi non comunica scompare”. Non bisogna pensare che a investire in comunicazione debbano essere solo alcuni settori, chiunque ha necessità di comunicare, dalle aziende alle istituzioni, proprio perché chi non lo fa non esiste». E tra i numerosi spunti emersi, anche un’idea per la prossima edizione. «Pensiamo di creare una sorta di comitato scientifico permanente di Comunicazione italiana per avere delle idee di partenza da sottoporre agli utenti della rete, cui comunque chiederemo anche suggerimenti che vanno al di là di quelli proposti da noi» spiega Cataldi. «Vorremmo creare un nocciolo duro di professionisti e manager per dare vita a un brainstorming aperto che sia uno strumento di partenza da condividere poi con la community allargata attraverso il sistema del sondaggio, che ha già funzionato già in occasione del Forum della comunicazione digitale del febbraio scorso».

AZIENDE O ISTITUZIONI. A CHI LA FIDUCIA?

La figura istituzionale di maggior fiducia per gli italiani? Il Presidente della Repubblica (64%). Bocciati invece il Governo, che ottiene la fiducia solo dal 24% dei cittadini e i parlamentari, che si collocano in fondo alla classifica con appena il 19%. Lo rivela la ricerca “Trust Italia”, un’indagine condotta per la prima volta da StrategyOne in collaborazione con IPSOS Observer per conto di Edelman Italia e presentata al Forum della comunicazione. Sul fronte aziendale, le piccole e medie imprese, con il loro 61%, fanno meglio di quelle internazionali (50%), a loro volta catalizzatrici di maggiore fiducia rispetto alle grandi italiane (46%), Confindustria (39%), i sindacati (38%) e le agende pubbliche (37%). Se poi si osservano le singole imprese del nostro Paese, in testa, nella classifica della fiducia, si colloca la Ferrero, immediatamente seguita da Barilla, Ducati, Lavazza, Illy, Ferrari, Chicco, Geox e Luxottica.