Connettiti con noi

Lifestyle

Auto, flotte aziendali: avanti veloce

Dopo un buon 2014 e un ottimo inizio d’anno, anche per merito di Expo, il settore del noleggio è ottimista sull’andamento dei prossimi mesi. Nonostante un regime fiscale sfavorevole e una paradossale carenza di… Targhe

Gennaio era andato bene, molto bene. Ma i tappi delle bottiglie di Champagne aspettavano a saltare: «I dati del primo mese dell’anno sono da prendere con le pinze», dice Alberto Cestaro, responsabile flotte Audi, «perché sono, almeno in parte, condizionati dalla gestione di fine anno». Poi, però, sono arrivati i rendiconti targati febbraio e i calici, sia pure con le cautele del caso, si sono incrociati. «Nel settore del noleggio a breve termine, in particolare, l’aumento delle immatricolazioni è stato veramente impressionante», conferma Pietro Teofilatto, direttore della sezione noleggio a lungo termine di Aniasa. «Di solito, infatti, l’immissione in flotta per la stagione turistica si verifica da marzo in poi, ma quest’anno, specialmente per l’Expo e per i positivi riscontri sul fronte tour operator, c’è stata un’accelerazione anticipata che ha portato a dislocare ben 140 mila auto in 1.600 punti di noleggio in tutta Italia». Tirando le somme, il noleggio pesa ormai per più del 20% nelle immatricolazioni. Soprattutto perché ha saputo rinnovare le sue offerte che, ormai, spaziano da contratti della durata di un giorno a quelli quinquennali, prevedendo la consegna di veicoli nuovi, ma anche usati con percorrenze fino a 100 mila chilometri. La parola d’ordine, insom­ma, è «flessibilità» perché ogni azien­da ha esigenze tutte sue e, al suo in­terno, ogni utilizzatore di un’auto ha a sua volta problemi di mobilità personalizzati. Lo sanno bene, per esempio, in casa Alphabet, la società del gruppo Bmw che si occupa di servizi di mobili­tà e noleggio a lungo termine di veico­li multimarca: «Una formula che va for­te, per esempio, è quella “auto più sco­oter”», conferma il Sales Director Mar­co Girelli.

IL NOLEGGIO ORMAI PESA PER PIÙ DEL 20% NELLE IMMATRICOLAZIONI, PERCHÉ HA SAPUTO INNOVARE LE OFFERTE

Il dato sostanziale che emerge è un deciso cambiamento del rapporto degli italiani con l’automo­bile che li porta al lavoro o a spasso nel tempo libero. Fino a pochi anni fa il verbo che faceva rima con le quattro ruote era «possedere», oggi invece è «guidare», con i minori co­sti possibili. Un cambio di menta­lità sicuramente imposto a suon di mazzate da multanova, au­tovelox, T-red e diavolerie va­rie. Oggi velocità e potenza non sono più valori assolu­ti, anzi, fattori di rischio per il portafogli. Ed ecco che le vet­ture offerte dalle flotte azienda­li diventano appetibili anche per chi in passato ragionava solo in termi­ni di cavalli e ottani. «Questo non si­gnifica che non si vogliano più vettu­re di fascia alta», chiosa Teofilat­o. «Il fenomeno del downgrading o downsizing, cioè la preferenza di vet­ture di fascia più economica e con minori spese di gestione, si è ormai sta­bilizzato, ma gli utenti pensano più ai consumi che alle prestazioni». La ri­prova della razionalizzazione dei de­sideri a quattro ruote sta nella forte ri­duzione nelle flotte delle vetture ap­partenenti ai segmenti E e F, scese al di sotto del 10% del totale per la necessi­tà da parte delle aziende di contenere i costi anche quando si tratta di tenersi buone le posizioni più alte.

Alberto Cestaro (Audi)

Andrea Carlucci (Toyota & Lexus Motor)

Paolo Daniele (Jaguar-Land Rover)

Massimiliano Giotti (Mazda)

Marco Girelli (Alphabet Italia)

Fabrizio Giunti (Ford Italia)

Fabrizio Ruggiero (Europcar Italia)

Nel mondo delle flotte, insomma, nulla è uguale a ieri. Ma, allora, l’auto aziendale del 2015 è un fringe benefit o uno strumento di lavoro? «To­gliersi di torno tutti i pensieri relativi al­l’acquisto, ai costi per bollo, manuten­zione e assicurazione e alla rivendita della vettura a fine vita è indubbiamente un incentivo formidabile per i dipenden­ti», dice Massimiliano Giotti, responsa­bile flotte Mazda. «In più, coi tempi che corrono, l’auto aziendale è un modo per aumentare di fatto gli stipendi e fideliz­zare il personale», aggiunge Teofilatto. E siccome la coscienza verde è sempre più diffusa, un modo per far felici i collaboratori e, nello stesso tempo, dare lustro all’immagine aziendale consiste nel puntare sulle motorizzazioni alter­native. Nel campo delle elettriche dure e pure spicca Alphabet. «La i3 è ambitissima anche se non tutte le città sono pronte ad accoglierla come si conviene», dice Girelli. Se fare il pie­no di watt può ancora costituire un pro­blema, ecco le ibride, che ormai dilaga­no nei listini di quasi tutte le case auto­mobilistiche con l’eccezione, per la ve­rità, di quelle a grande tiratura che bat­tono bandiera italiana. «La tendenza è quella del power of choice, lasciare cioè a clienti e aziende la libertà di sceglie­re la propulsione più adatta alla propria flotta o alla propria attività», spiega Fa­brizio Quinti, Fleet, Rental & Remarke­ting manager di Ford Italia, che sta spin­gendo con veemenza la nuova Mondeo Hybrid.

IL FENOMENO DEL DOWNSIZING SI È ORMAI STABILIZZATO, MA GLI UTENTI PENSANO PIÙ AI CONSUMI CHE ALLE PRESTAZIONI

Sta di fatto che le emissioni medie di CO2 sono scese in un anno da 140 a 128 grammi/chilometro e che sono sempre più diffusi i corsi di eco dri­ving organizzati dalle società di noleg­gio. Risultati ottenuti anche in virtù de­gli incentivi ai veicoli a basse emissioni in atto dal 2013. «I 120 milioni di euro di stanziamento, però, potevano essere utilizzati meglio», sottolinea il diretto­re della sezione noleggio di Aniasa, «e le motorizzazioni alternative avrebbero superato l’attuale 5% del totale». Tor­nando ai dati positivi, l’80% dei veicoli è già Euro 5 o 6 e il noleggio potrebbe contribuire ulteriormente allo svecchia­mento delle flotte, ma anche del parco circolante in generale, immettendo sul mercato veicoli usati che possano rag­giungere le fasce di automobilisti che guidano ancora gli Euro zero. Archiviato il dato dell’aumento del­la durata media dei contratti, che ha raggiunto quota 43,6 mesi (merito anche dell’industria automobilistica, che presenta modelli sempre più tec­nologicamente avanzati che non ne­cessitano più di un ricambio trienna­le), resta l’auspicio della diminuzione delle tasse. Da tempo è stata presenta­ta la richiesta di riportare la deducibi­lità delle auto aziendali dal 20 al 40%, ma la vera speranza è allinearsi a Spa­gna e Germania, che brillano per il loro 100%. E a chi sostiene che prov­vedimenti simili aprirebbero una pic­cola voragine nelle entrate del fisco dall’Aniasa rispondono: «Il ripristino della fiscalità ante-Fornero garantireb­be maggiore competitività alle aziende italiane, libererebbe risorse per investi­menti, dando ossigeno anche al mer­cato dell’auto con vetture più giovani, ecologiche e sicure». Lasciando parla­re i numeri, uno studio condotto dalla stessa Aniasa in collaborazione con la Luiss e presentato alla Commissione fi­nanze della Camera dice che il ripristi­no della deducibilità al 40% produrreb­be due possibili scenari: il primo, pru­denziale, con 20 mila immatricolazioni in più per il solo settore del noleggio, e un secondo con ben 47 mila nuove vet­ture. In entrambi i casi, la crescita pro­durrebbe un beneficio netto per l’erario rispettivamente di 45 e 107 milioni di euro. Non bastassero le tasse, ecco una situazione paradossale, tutta italiana, che si protrae dal 2014: la carenza di targhe per i nuovi veicoli. «A febbraio sono state immatricolate, ma solo vir­tualmente, ben 5 mila auto», dice Pie­tro Teofilatto, «che in pratica non sono state messe su strada per la mancanza fisica della targa. Un danno per il setto­re e l’intera filiera pari a 250 mila euro in un solo giorno!».

IL RIPRISTINO DELLA DEDUCIBILITÀ AL 40% PRODURREBBE TRA LE 20 MILA E LE 47 MILA NUOVE IMMATRICOLAZIONI PER IL NOLEGGIO

Ma quali sono i modelli preferi­ti dalle aziende? Il podio è mo­nopolizzato dal marchio Fiat con Pan­da, 500L e 500, e anche al quarto po­sto si piazza una creazione di quella che una volta si definiva casa torine­se, la Punto. L’orgoglio tedesco è sal­vato dalla Volkswagen Golf, quinta, dalla Bmw Serie 3 (settima) e dall’ot­tavo posto dell’Audi A4. Nella top ten resta vacante la sesta casella, occupa­ta dalla Lancia Ypsilon, mentre nona e decima sono la Renault Clio e un’altra Volkswagen, la sempre verde Passat.

Insomma, cosa ci si aspetta dalle flotte nel 2015? «Con il segmento dei privati fermo ai livelli degli anni ‘70, il noleggio ha sostenuto il mer­cato auto, immatricolando un’auto su cinque», dice Teofilatto. «Secon­do le nostre stime il settore ha chiu­so il 2014 con un fatturato in cresci­ta dell’1,4% e solo per le attività di noleggio a lungo termine si configu­ra un bilancio superiore ai 4 miliardi di euro. Il comparto del long term ha registrato un forte aumento di imma­tricolato (+24%). Ci attendiamo so­stanzialmente un 2015 in linea con lo scorso anno e sono certo che gli operatori del noleggio saranno pron­ti a fare la propria parte nel sostegno alle esigenze di mobilità aziendale e turistica».

Credits Images:

© ThinkStock/Piotr Adamowicz