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Lifestyle

Minotauro su strada

Abbiamo provato in prima persona tutta la potenza della Lamborghini Aventador LP 700-4, ecco com’è andata…

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Più che un toro scatenato la Lamborghini Aventador LP 700-4 è un minotauro. Un minotauro al contrario però: possenti muscoli taurini e cervello umano. La potenza straripante del V12 da 6 litri è, infatti, gestita da un’elettronica e una ciclistica così equilibrate da rendere la guida di questa supercar alla portata di tutti. Ma è sotto la carrozzeria mozzafiato e i materiali pregiati degli interni che si nasconde a vera anima della Aventador: la monoscocca in carbonio. Come abbiamo potuto ammirare di persona negli stabilimenti di Sant’Agata Bolognese, l’intera cella dell’abitacolo (dal pianale al tetto passando per i montanti) è un pezzo unico in carbonio fabbricato con tecniche derivate dal mondo aeronautico. Premuto il tasto Start uno squarcio rompe il silenzio per poi di colpo placarsi. Il V12, lasciato in bella vista dal rivestimento in vetro, dopo la sgasata iniziale borbotta discreto alle nostre spalle invitandoci a dare inizio alla nostra “gita fuori porta”. L’abitabilità è ottima e il confort sulle sconnessioni delle strade di tutti i giorni è sorprendente. Il motore risponde dolcemente a ogni richiamo del gas salendo di regime regolarmente sino a 5.500 giri. Da qui in su la “gitarella” finisce e inizia il divertimento vero. Disinseriamo la modalità Strada e proviamo dapprima la Sport. La macchina schizza in avanti mangiando metri e metri di asfalto grazie a una trazione capace di mettere a terra tutti i 700 CV con imbarazzante facilità. Optando per la modalità Corsa – piena potenza e zero controlli – si entra definitivamente in un mondo parallelo e meraviglioso. I rettilinei spariscono in fretta grazie a cambiate da 50 millesimi di secondo. L’agilità e la stabilità dell’Aventador consentono di affrontare le curve senza la minima sbavatura e senza arrivare mai al limite del controllo. Questa Lamborghini è, infatti, una supercar estrema per prestazioni ma misericordiosa con il pilota: correggere una traiettoria all’ultimo o riprendere il controllo dopo che il retrotreno è scappato diventano operazioni per tutti; o quasi, visto che per portarla a casa occorrono oltre 315 mila euro.