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Lifestyle

Bmw R nineT Scrambler: tedesca dal cuore tenero

Con uno spirito morbido e accomodante la Bmw R nineT Scramble reinterpreta la durezza teutonica della versione stradale. Con un occhio al marketing

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Sarà pure tedesca, ma ha uno spirito morbido e accomodante. La nuova Scrambler di casa Bmw deriva direttamente dalla R nineT, ma ne cambia totalmente la filosofia. Tanto dura e impostata è la versione stradale, tanto rotonda e rilassata è questa versione che di “scrambler” ha solo il nome per fare l’occhiolino al marketing.

Le oltre 23 mila unità vendute della R nineT fotografano un successo costruito passo passo dalla casa dell’elica, che quando si muove non lo fa mai per caso. È lecito perciò aspettarsi che anche questa versione sia nata con una precisa visione per andare a riempire un buco che in Bavaria sanno essere redditizio. La formula è tanto facile da pensare quanto difficile da realizzare. Prendere un modello di successo e costruirci sopra una variante che non sia troppo snaturata o troppo simile, che sfrutti componenti meccaniche comuni, ma che offra uno stile di guida differente.

La Scrambler non è fatta per estremizzare la base della R nineT nelle sue peculiarità da café racer. È pensata al contrario per rendere più “normale” la versione stradale e fare dello stile R nineT una moto per tutti: più semplice da guidare, più leggera e più economica. In comune con la versione classica ha il “vecchio” boxer raffreddato ad aria e normato Euro4, fulcro dell’intero progetto dal punto di vista meccanico ed estetico. Un cuore da mezzo fondista, non da centometrista: dolce, regolare, prevedibile. Ma anche molto energico dove e quando serve; i dati parlano chiaro: 110 cv a 7.750 giri e 116 Nm di coppia a 6 mila giri.

Il motore e il suo comportamento sono l’unico aspetto per il quale le due sorelle di assomigliano. La ciclistica – e tutto ciò che ne deriva – è, infatti, profondamente diversa. La grande ruota da 19” che campeggia sull’anteriore della Scrambler – per appena 400 euro in più è meglio scegliere i raggi anziché le razze – ha imposto uno sterzo più aperto con un’inclinazione del cannotto maggiorata. La moto, però, non si è fatta più lenta e macchinosa nella discesa in curva, anzi: è precisa e stabile, ma vanta una grande facilità in ingresso e nei cambi di direzione. Resta quell’impostazione di guida allungata che non fa sentire molto l’avantreno, anche se sulla Scrambler il manubrio è più alto e la postura in sella più ergonomica e comoda. Più confortevoli sono anche la sella e le pedane (ereditate dal Gs) che permettono di spingere quando serve e non costringono le ginocchia anche dei più piloti alti. In questa direzione vanno le sospensioni ammorbidite e dalla corsa lunga. Non fatevi ingannare dalla forcella tradizionale perché lavora molto bene e dalla mancanza delle pinze radiali: l’impianto frenante (con Abs di serie) è davvero all’altezza, più modulabile benché sempre potente.

Le componenti meno pregiate (forcella tradizionale, pinze non radiali, serbatoio in acciaio anziché in alluminio, strumentazione essenziale, telaietto non più amovibile, cerchi a razze e non a raggi) valgono ben di più dei soli 1.750 euro che Bmw farà risparmiare a chi sceglie la Scrambler piuttosto che la stradale. Ma particolari come lo scarico Akrapovic di serie – sound strepitoso – e la personalità intrigante la mettono sul podio delle novità più interessanti dell’autunno. È disponibile, infatti, dal 16 settembre (al prezzo di 14 mila euro) assieme all’infinita lista di accessori e personalizzazioni che permetteranno a ciascuno di rendere unica la propria Scrambler.