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Lifestyle

Bonneville Bobber: la Triumph più originale degli ultimi anni

Disponibile solo in versione monoposto, questo gioiello si distingue per il suo stile unico, ma anche per la godibilità su strada

Esce in questi giorni la Triumph più originale degli ultimi anni. Dimentica dell’aplomb inglese tipico della Casa di Hinckley, la Bobber – questo il suo nome – attraversa l’Oceano per ispirarsi al gusto americano della metà degli anni ’40. Essenzialità totale. Tutto ciò che era superfluo è stato eliminato in favore della pulizia delle linee. Anche il passeggero. La Bobber, infatti, è disponibile solo nella versione monoposto. Meravigliosa.Eliminando l’ipotesi del passeggero, ingegneri e designer hanno potuto lavorare senza vincoli sulla coda della moto con grandi vantaggi per la ciclistica e l’estetica. A guardarla, la Bobber, impressiona per semplicità e asciuttezza. Sembra quasi manchino dei pezzi. Ad esempio, al retrotreno pare non ci sia la sospensione come sulle moto hardtail di un tempo, invece nascosto sotto la sella a sbalzo c’è un monoammortizzatore orizzontale. Stessa cura e inventiva nel celare il catalizzatore e i numerosi cavi necessari. Un altro piccolo tocco di stile è l’alloggiamento della batteria, a vista sul fianco sinistro, fissata da una fascetta in acciaio inossidabile.

Ma la lista dei dettagli di classe sarebbe lunga: il mozzo posteriore, il serbatoio sagomato con il tappo logato, gli specchietti fissati all’estremità del manubrio, le ruote a raggi, le vernici e le finiture in genere eccetera. Lo stile unico è il perché stesso di questa moto, la sua ragion d’essere, e il fulcro di tutto il progetto è proprio la sella singola. Realizzata in pelle su una base di alluminio, la sella è, per la prima volta su una moto di questo tipo, regolabile in altezza. Si potrà così adattare al pilota e al suo stile di guida. Come il piano di seduta, così anche la strumentazione – un mix minimale di digitale e analogico – può essere inclinata in posizioni diverse per essere consultata più facilmente.

Sella monoposto, telaio simil hardtail, manubrio dritto e largo: a questi ingredienti in salsa americana non potevano mancare le ruote oversize. La Bobber monta un 100/90 su cerchio da 19” all’anteriore e un 150/80 su un cerchio da 16” al posteriore. Certo poi una moto può essere bella quanto volete, ma alla fine è fatta per essere guidata. Ed è qui che la Bobber stupisce nuovamente e, forse, maggiormente. Le succitate ruote, il peso sui 240 kg in ordine di marcia, l’interasse superiore ai 1.500 mm e una posizione di guida molto seduta non sono ottimi punti di partenza per fare una moto godibile su strada. E invece la Bobber sorprende ed entusiasma. È dotata di una buona elettronica (la stessa montata sulle Bonneville), in particolare di un sistema Ride by Wire che permette di gestire i 77 Cv di potenza e i 106 Nm di coppia con due diverse mappature a seconda delle condizioni del fondo stradale e un traction control regolabile. Ma a convincere è proprio il comportamento dinamico dato dalla ciclistica neutra e ben bilanciata. La posizione in sella è più comoda di quanto si possa pensare e le gambe non sono troppo allungate in avanti, consentendo così al pilota un “sentire” bene il comportamento della moto.

La derivazione dalle sorelle Bonneville è diretta, ma molto è stato cambiato. Il telaio, per esempio, è nuovo e le sospensioni studiate appositamente per questo modello: oltre al già citato mono, c’è una forcella Kayaba da 41 mm con un’escursione da 90 mm. Il motore invece resta – ma anche qui con qualche modifica – il bicilindrico parallelo che abbiamo conosciuto sulla T120. I cavalli però scendono e la coppia massima sale per andare incontro alle esigenze della guida più rilassata della Bobber. Triumph ha, diciamo, solamente costruito una base sulla quale, grazie ai 150 accessori ufficiali (più l’infinita lista di quelli non ufficiali), ognuno potrà divertirsi a rendere la propria Bobber un pezzo unico. Costo base: 12.700 euro.