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Enzo Ferrari e Tazio Nuvolari, che potenza quei due!

Avevano due modi unici di guidare mezzi e imprese, e quando si sono incontrati hanno dato vita a una vera epopea, che si è nutrita delle esperienze personali e professionali di entrambi. Così nacquero le loro leggende

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Due leggende dello sport, due esistenze che si sono incrociate e, in qualche modo, influenzate a vicenda. Tazio Nuvolari, il Mantovano Volante, scomparve 60 anni fa; Enzo Ferrari, il Drake, se ne andava un quarto di secolo fa. Due vite entusiasmanti e spesso difficili, costellate di vittorie e di grandi dolori. Tazio Giorgio Nuvolari, nato a Castel d’Ario (Mantova) il 16 novembre 1892, è passato alla storia come uno dei più grandi piloti di ogni tempo. Esordisce nelle corse non giovanissimo, a 28 anni, nel 1920, e sulle prime fatica ad affermarsi. Sogna le auto, ma ripiega sulle moto per motivi economici. Dal 1923 diventa pilota professionista. L’Alfa Romeo gli fa provare la sua Grand Prix, ma il test ha un esito disastroso: Nuvolari esce di pista, si ferisce e danneggia la macchina. Deve rassegnarsi a tornare alle moto, dove seguita a inanellare affermazioni. Alla fine del 1927 fonda la Scuderia Nuvolari, acquista delle Bugatti e ingaggia quello che sarà il suo più grande antagonista italiano, Achille Varzi; ma la rivalità con Varzi si amplia progressivamente e i costi dell’attività sono molto elevati. La svolta arriva nel 1930, quando l’Alfa Romeo lo mette nuovamente alla prova affidandogli una sua vettura per la Mille Miglia. Questa volta è un successo epocale: Tazio si impone a tempo di primato, oltre 100 km all’ora (per l’epoca, una performance straordinaria). Entra a far parte della neonata Scuderia Ferrari e colleziona successi ovunque. Dal 1934 la superiorità tecnica delle auto da corsa tedesche, Mercedes e Auto Union, diventa schiacciante; ad arginarla c’è solo Nuvolari, ma quando nemmeno il suo valore riesce più a riequilibrare la situazione, passa alla Auto Union, che cerca una prima guida per sostituire un suo giovane campione, Bernd Rosemeyer, morto in gara, e ricomincia a vincere. Si sposa con Carolina Perina, con una cerimonia civile, dato piuttosto scandaloso per quegli anni. Dopo l’esperienza in guerra, come “autiere”, sembra spento: le sue condizioni di salute sono precarie, ed è piegato dalla morte per malattia dei figli Alberto e Giorgio, tutti e due diciottenni, a nove anni di distanza l’uno dall’altro. Eppure riesce ancora a correre, a vincere, a stupire. Le sue sfortune personali rendono il pubblico ancor più appassionato nei suoi confronti. La sua determinazione lo porta a insistere nelle gare anche quando l’auto perde pezzi o è in fiamme. Non è solo un fuoriclasse della velocità, ma anche un maratoneta delle gare: in un solo anno, il 1923, partecipa a venticinque corse. Ancora nel 1950, a 58 anni, è quinto assoluto e primo della classe 1100 nella corsa in salita Palermo-Monte Pellegrino. È quello il suo addio alle corse, che non annuncerà mai ufficialmente. Il suo albo d’oro automobilistico comprende 92 primi posti, tre titoli di Campione italiano assoluto (1932, 1935, 1936), due primati internazionali di velocità. In totale, nelle corse in circuito, fece registrare non meno di 101 volte il giro più veloce (42 in moto, 59 in auto). Dopo essere scampato a una serie di incidenti agghiaccianti, muore nel proprio letto l’11 agosto 1953, alle sei del mattino, per una crisi di cuore. Ricordato e omaggiato come una sorta di popstar, è stato definito da Ferdinand Porsche «il più grande pilota del passato, del presente e dell’avvenire». Con Ferrari si erano conosciuti nel 1924, sul Circuito del Savio, a Ravenna. Nuvolari, con la sua Chiribiri, dovette soccorrere Ferrari, che vinse guidando un’Alfa Romeo. Si congratularono, si piacquero. Nuvolari entrò nella Scuderia Ferrari, della quale doveva divenire in breve il portabandiera. Litigarono, si separarono, si ritrovarono. Rimasero in contatto fino alla fine.

Da Automobili di Lucio DallaNuvolari è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale, Nuvolari ha cinquanta chili d’ossa, Nuvolari ha un corpo eccezionale. Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, la gente arriva in mucchio e si stende sui prati, quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, la gente aspetta il suo arrivo per ore e ore, e finalmente quando sente il rumore salta in piedi e lo saluta con la mano, gli grida parole d’amore, e lo guarda scomparire come guarda un soldato a cavallo, a cavallo nel cielo di aprile!

A CONFRONTO: LO STILE NUVOLARILO STILE FERRARI

Enzo Ferrari nasce a Modena il 18 febbraio 1898. All’età di dieci anni il padre Alfredo, dirigente di una fabbrica di lavorazione dei metalli, lo porta a una gara automobilistica: Enzo decide che vuole diventare un pilota. Nel 1916 muoiono il padre e il fratello. Durante la Prima Guerra mondiale si occupa di zoccolare i muli dell’esercito, alla fine del conflitto è assunto in una piccola fabbrica di auto: tra i suoi compiti c’è quello di effettuare test di guida e per lui è la felicità. Si avvicina alle corse e nel 1919 partecipa alla Targa Florio arrivando nono; di lì a poco sarà pilota per l’Alfa Romeo. Nel 1924 agguanta la sua più grande vittoria vincendo la coppa Acerbo e viene promosso a pilota ufficiale. Si sposa e apre una concessionaria Alfa a Modena. Nel 1929 lancia la Scuderia Ferrari, con l’obiettivo principale di fornire assistenza meccanica e tecnica ai ricchi acquirenti di Alfa Romeo che utilizzano queste vetture per le competizioni. Smette di correre nel 1931, dopo la nascita del figlio Dino: «Ho pensato alla famiglia e non ho più pensato alle corse». Tra i 50 piloti a tempo pieno e part-time riesce a ingaggiare Tazio Nuvolari. Il team compete in 22 gare, e totalizza ottime prestazioni: è il più grande messo insieme da una persona sola. Tutto cambia quando l’Alfa Romeo annuncia il ritiro dalle gare a partire dalla stagione 1933 a causa di problemi finanziari. La Scuderia Ferrari fa il suo vero ingresso nel mondo delle corse: il pilota francese René Dreyfus, che prima guidava per la Bugatti, dice, stupito e ammirato: «Con Ferrari ho imparato l’arte degli affari, perché non c’è dubbio che Ferrari è un grandissimo affarista. Ama le corse, ma il suo fine è quello di costruire un impero finanziario». Ha visto giusto. È allora che Nuvolari e Ferrari, ai ferri corti, si dividono. Più tardi, quando si ritroveranno, Tazio vola verso affermazioni clamorose. Quando il team si deve confrontare con la potenza delle squadre tedesche (Auto Union e Mercedes) le vittorie agonistiche non soddisfano pienamente Enzo. Il suo mercato principale, a ogni modo, è basato sulle macchine da corsa dell’anno precedente vendute a privati. Le vetture Ferrari diventano comuni in tutti i principali eventi sportivi tra cui Le Mans, Targa Florio e Mille Miglia. Ed è proprio alla Mille Miglia che Ferrari agguanta alcune delle sue più grandi vittorie. Nel 1948 Nuvolari, già in pessime condizioni di salute, alla tappa di Ravenna è in testa e ha un vantaggio di più di un’ora rispetto agli altri piloti, ma i freni si rompono. Sono gli anni in cui Ferrari comincia a produrre la famosissima Gran Turismo disegnata da Pininfarina. Le vittorie a Le Mans e in altre gare sulla lunga distanza rendono famoso il marchio modenese in tutto il mondo; ma nel 1969 deve far fronte a gravi sforzi finanziari, le vetture sono ricercatissime, ma non si riesce a produrne a sufficienza per soddisfare le richieste e a mantenere i programmi sul fronte agonistico. In aiuto arriva la Fiat, la famiglia Agnelli. Nel 1975 la Ferrari rinasce con Niki Lauda. Due titoli di Campione del Mondo, tre titoli di Campione Costruttori in tre anni, ma sono le ultime vittorie importanti. Enzo Ferrari se ne va il 14 agosto 1988 all’età di 90 anni. Dalla moglie Laura aveva avuto Dino, malato di distrofia muscolare, che morirà ad appena 24 anni. Da Lina Leardi ha avuto Piero, che prosegue il suo lavoro.

LEGGI ANCHE: FERRARI RICORDA IL “NIVOLA”DESTINI INCROCIATI DI DUE LEGGENDE

UN FAN INSOSPETTABILE… Il regista David Cronenberg è da sempre un ammiratore della Ferrari. Nel 2005 ha pubblicato Red Cars, un libro d’artista (in tiratura limitata a mille pezzi) che contiene una sceneggiatura inedita e una ricca collezione di 194 immagini, tra foto tratte dall’archivio Ferrari e altro materiale iconografico. In Red Cars si parla della competizione tra il pilota della casa di Maranello Phil Hill e il compagno di scuderia Wolfgang Von Trips, e anche di Enzo Ferrari, «una personalità complessa e potente».

… E UNO BEN NOTOJason Kay, il cantante della band Jamiroquai, è un grande collezionista di auto sportive e di lusso, con una passione particolare per le Ferrari che compaiono in molti video musicali. Nella cover del terzo album del gruppo, Travelling without moving (1998), il logo che spicca è ispirato al Cavallino Rampante della Rossa

“Grand Prix: le monoposto del campionato di Formula 1” Fino al 30 ottobre le 20 monoposto che hanno saputo innovare profondamente il mondo dell’automobilismo moderno raccontano 40 anni di storia della Formula 1, leggende che hanno entusiasmato migliaia di appassionati concesse dai più importanti musei e collezionisti del mondo. Un allestimento d’eccezione dedicato alle monoposto tra il 1950 e il 1994. «La prima cosa che mi viene in mente pensando a questa mostra si ricollega a uno dei motivi di orgoglio di mio padre», ricorda Piero Ferrari, presidente onorario del Museo casa Enzo Ferrari. «Sulle piste della Formula 1 si sono esibite vetture di culture motoristiche diverse, tra tanti gioielli della concorrenza spetta alla Ferrari il record di una presenza ininterrotta, infatti non è mai mancata in nessun campionato». Per tutta la durata della mostra, il percorso espositivo è arricchito da una collezione particolare, l’esposizione di oltre 50 caschi appartenuti ai piloti e ai più grandi campioni del mondo: Alberto Ascari, Juan Manuel Fangio, John Surtees, Ayrton Senna, Fernando Alonso. Il Museo casa Enzo Ferrari è aperto tutti i giorni dell’anno tranne il 25 dicembre e l’1 gennaio. (www.museocasaenzoferrari.it)

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A destra, Tazio Nuvolari dopo la vittoria della Vanderbilt Cup 1936, all’autodromo Roosevelt di New York. A sinistra, Enzo Ferrari nel 1921 alla prima Coppa delle Alpi (2.300 km dal Sestrières al Passo del Pordoi), a bordo di una Alfa Romeo 20-30 ES Sport n. 4, in cui si classificò sesto