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Imprenditori e mecenati: la lezione di Carla Fendi

Ai successi nella moda, soprattutto nel mercato americano, aveva affiancato l’impegno per il Festival di Spoleto e nella Fondazione a suo nome

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Gli imprenditori devono essere anche mecenati. Questa è la lezione che ci lascia Carla Fendi, quarta delle cinque sorelle, morta all’età di 80 anni dopo una lunga malattia. Un’altra stilista del grande made in Italy scompare dopo Laura Biagiotti e Krizia. Protagonista del mondo della moda e della conquista del mercato americano, Carla Fendi ha associato all’attività creativa l’impegno nel sociale.

ADDIO A CARLA FENDI

Presidente onorario del Gruppo Fendi, era entrata in azienda negli anni Cinquanta con le sorelle Paola, Anna, Franca e Alda. E si era specializzata nella cura dell’amministrazione, delle vendite e della progettazione, fino a sviluppare la strategia di sbarco negli Usa negli anni 60 con una strategia di comunicazione all’avanguardia per l’epoca

Carla Fendi era anche una grande appassionata di arte e musica. Sin dagli anni 80 aveva scelto di legare il marchio Fendi al Festival dei due Mondi di Spoleto grazie all’amicizia con il maestro Giancarlo Menotti. Il passo successivo arriva nel 2007 con la creazione della Fondazione Carla Fendi che supporta le arti, l’artigianato e il sociale. L’ente opera nel campo dell’arte, della letteratura, del cinema, della moda, dell’ambiente e del sociale. Dal 2010 la Fondazione sostiene l’Accademia nazionale di Santa Cecilia in qualità di socio mecenate, ha finanziato il restauro del Teatro Caio Melisso a Spoleto e sostenuto nel 2015 il presepe degli artisti nella Basilica di Santa Maria in Montesanto.

MECENATISMO, LA FONDAZIONE CARLA FENDI

«Sono operazioni di puro mecenatismo, non sponsorizzazioni», spiegava precisava Carla Fendi. «Mio marito mi ha spinto a diventare una mecenate (Candido Speroni, morto nel 2013 a 83 anni dopo 55 anni di vita insieme, ndr). Credo molto all’importanza e al valore della bellezza come cultura e formazione. Nella mia esperienza di vita e di lavoro mi sono nutrita di bellezze estetiche, come costume ed evoluzione del sociale. Poi, questo rispetto per il bello l’ho dedicato alle bellezze artistiche che ci circondano: il bello come cultura e la cultura come linfa vitale. E come felicità, perché solleva lo spirito, è ossigeno in un mondo che ci travolge quotidianamente. Questo è il mio credo, e in questo metto tutte le mie energie»..

Credits Images:

Carla Fendi, scomparsa all'età di 80 anni