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Attualità

Acqua, aumentano i consumi ma si compra di meno

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, l’Istat pubblica gli ultimi dati relativi al consumo d’acqua potabile. In Italia si consuma più della media europea, secondi solo a Spagna e Regno Unito. Scarica il rapporto

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Crescono i consumi d’acqua potabile, aumentano le famiglie che si riforniscono da fontanelle pubbliche (o direttamente dal rubinetto), mentre diminuiscono quelle che acquistano l’acqua minerale. Sono i dati principali sul consumo dell’acqua potabile registrati dall’Istat e pubblicati alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua (22 marzo). I dati sui consumi (aggiornati al 2008) parlano di 92,5 metri cubi d’acqua potabile per abitante, pari a 253,4 litri al giorno con un incremento dell’1,2% negli ultimi dieci anni*. Il nostro Paese è anche quello che registra consumi complessivi superiori alla media europea per il periodo 1996-2007 pari a 85 metri cubi annui per abitante. In particolare i consumi medi in Italia risultano inferiori rispetto alla Spagna (100 metri cubi) e al Regno Unito (110); mentre risultano superiori ai Paesi Bassi (73) e alla Germania (57).

Scarica il rapporto Istat sui consumi d’acqua potabile

In calo poi il consumo di acqua mineraleNel 2009 il 63,4% delle famiglie italiane l’ha acquistata, percentuale che risulta in calo rispetto agli anni precedenti (67,6% nel 2000, 64,2% nel 2008). La spesa media delle famiglie per l’acquisto di acqua minerale è pari a 19,71 euro mensili: in media la spesa delle famiglie per l’acquisto di acqua minerale risulta più bassa rispetto a quella sostenuta nel 2008 (21,14 euro). Un capitolo della relazione Istat è dedicato ai servizi e sulla soddisfazione dell’utenza. Migliora in particolare il giudizio delle famiglie sull’erogazione di acqua potabile. Il 10,8% delle famiglie italiane lamenta irregolarità nell’erogazione dell’acqua nel 2010 contro il 16,2% del 2001. Il problema è dichiarato soprattutto dalle famiglie residenti nel Mezzogiorno (18,7%), in particolare in Calabria (33,4%) e in Sicilia (28,3%). All’opposto, appena il 5,8% delle famiglie del Nord dichiara irregolarità nell’erogazione dell’acqua, con valori minimi pari all’1,6% nella provincia autonoma di Bolzano e all’1,9% nella provincia autonoma di Trento. Anche la diffidenza nel bere acqua di rubinetto diminuisce ma si manifesta ancora elevata nel Paese: il 32,8% delle famiglie ha al suo interno uno o più componenti che dichiarano di non fidarsi a berla contro il 42% del 2001. Tale fenomeno raggiunge i livelli più elevati in Sicilia (64,2%), Calabria (52%) e Sardegna (49,8%). Infine il capitolo depurazione: le regioni che più hanno aumentato gli impianti di depurazione, dal 1999 al 2008, sono Umbria (+87,3%) e Basilicata (+77,2%), seguite da Lombardia (+45,3%), Liguria (+42,5%) e Sardegna (+39,2%). Quanto alla riorganizzazione del servizio idrico, nel 2008 i gestori del Servizio idrico integrato (Sii) hanno coperto una popolazione residente pari al 68,7 per cento, incrementando di 8,7 punti percentuali il dato del 2007.

*Questo valore è costituito dall’acqua consumata, misurata ai contatori dei singoli utenti, e dalla stima dell’acqua non misurata, ma consumata per diversi usi (luoghi pubblici, fontane, acque di lavaggio delle strade, innaffiamento di verde pubblico, ecc.).