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Attualità

Chi era Osama Bin Laden

La storia del ricercato numero uno dell’Fbi, nato nel ’57 e laureato in Economia, dalla fondazione del movimento Maktab al-Khidamat ad Al Qaida; dall’attentato del 2001 alle Twin Towers all’incursione dei soldati americani del 2 maggio 2011 che lo ha ucciso

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Osama bin Muhammad bin Awad bin Laden, più conosciuto come Osama Bin Laden, era considerato il capo storico di Al Qaida, e come tale è stato l’uomo più ricercato al mondo negli ultimi dieci anni. Nato a Riad il 10 marzo del 1957, Osama Bin Laden era figlio di un yemenita, Muhammad bin Awad bin Laden, e di una siriana, Hamida al Attas, sua decima moglie. È stato il 17/o di 52 tra fratelli e fratellastri. Suo padre, un ricco costruttore, era in stretti rapporti con la famiglia reale saudita. Osama Bin Laden, però, non è stato cresciuto dal padre (che ha divorziato dalla moglie subito dopo la sua nascita), ma dalla madre, risposatasi con il saudita Muhammad al-Attas, con il quale ha avuto altri tre figli e una figlia. Osama bin Laden era laureato in Economia presso l’università di Gedda, dove conseguì anche un diploma in ingegneria civile. La stampa britannica ha pubblicato sue fotografie di quando, 14enne, visitò per un certo periodo la Oxford University in Gran Bretagna. Stando alla Cnn, Bin laden ha avuto quattro mogli e ha messo al mondo 25 o 26 figli. Quando aveva 22 anni, nel 1979, si avvicinò ai Mujahidin afghani, allora in guerra contro il loro governo appoggiato dall’Unione Sovietica. In seguito a quella esperienza, Osama Bin Laden ebbe modo di organizzare il Mak (Maktab al-Khidamat), un movimento che aveva l’obiettivo di convogliare risorse, armi e combattenti a sostegno dei ribelli afghani. Quando Osama lasciò il Mak, si avvicinò quattro anni dopo alla appena nata organizzazione terroristica di Al Qaida. E in patria, in Arabia Saudita, venne osannato come un eroe. Ma lui lasciò presto il Paese per trasferirsi in Sudan. Lì cominciò una più organizzata ed efficace attività terroristica, ampliando via via il suo raggio d’azione, fino a dare ad Al Qaida i contorni di un’organizzazione internazionale, con attività e radicamenti nel mondo intero, dall’Africa, all’Europa, agli Stati Uniti. Senza parlare dell’Asia, naturalmente. Il 23 febbraio del 1988, insieme ad altri quattro firmatari, tra cui l’emiro Ayman al-Zawahiri, Bin Laden firmò la prima ‘fatwa’, un proclama religioso in cui si sosteneva che “uccidere gli americani e i loro alleati, civili e militari, è un dovere individuale per ogni musulmano che possa farlo in ogni Paese ove sia possibile”. In nome dell’Islam. Il primo presidente americano ad agire direttamente contro di lui fu Bill Clinton, che ordinò il congelamento dei suoi beni. Sulla testa di Bin Laden venne posta dal governo Usa una taglia di 25 milioni di dollari.Tre anni dopo, ecco l’11 settembre 2001. Attentati nei quali Bin Laden fece sapere in un primo tempo di non avere alcun coinvolgimento. Ammise un suo diretto coinvolgimento solo il 29 ottobre 2004, con un video trasmesso dall’emittente del Qatar, Al-Jazeera, pochi giorni prima delle elezioni presidenziali americane che avrebbero confermato l’allora presidente, George W. Bush, nel suo secondo mandato alla Casa Bianca. L’ultima localizzazione di Bin Laden su cui l’intelligence abbia potuto produrre prove risale addirittura a dieci anni fa, dopo l’11 settembre. Bin Laden in quel periodo era certamente a Kandahar, in Afghanistan. Poi, seppur tra segnalazioni contraddittorie, di Bin Laden si erano perse le tracce. La Cia ha sempre ritenuto che il capo di Al Qaida si nascondesse tra Afghanistan e Pakistan, in particolare nella zona montuosa di Tora Bora. Bin Laden è ritenuto responsabile degli attentati contro le ambasciate Usa di Dar es Salaam, in Tanzania, e di Nairobi, in Kenya nel ’98, in seguito ai quali morirono oltre 200 persone. In più occasioni in questi anni sono stati diffusi da tv arabe o via internet audio-messaggi di Bin Laden che la Cia, dopo averli esaminati, ha sempre considerato autentici.

Bin laden è morto: la foto storia dall’annuncio di Obama

Poi la data del 2 maggio 2011 quando il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dato l’annuncio: “Osama Bin Laden è morto” in un’incursione ad Abbottabad, cittadina del Pakistan. Dal punto di vista dell’intelligence, i punti chiave dell’ operazione sono stati questi. John Brennan, consigliere antiterrorismo della Casa Bianca, ha spiegato che “prima sono stati individuati alcuni del ‘corrieri’ dello ‘sceicco del terrore’, in particolare uno, di cui i detenuti post-11 settembre ci avevano fornito il nome di battaglia”. L’uomo è stato tenuto sotto controllo per mesi, fino a quando è stata individuata con certezza l’area in Pakistan in cui operava. Da lì l’intelligence Usa è risalita all’edificio di Abbottabad. “Quando siamo entrati, siamo rimasti scioccati da ciò che abbiamo trovato – ha dichiarato una fonte – un edificio unico, otto volte più grande delle altre case, costruito nel 2005, accesso vigilato, un valore approssimativo di un milione di dollari, ma nessuno telefono né collegamento a internet”. I Navy Seals sono entrati in azione seguiti da Washington da Obama in persona. “Nel raid abbiamo perso un elicottero a causa di problemi meccanici. Il velivolo è stato fatto esplodere dal suo stesso equipaggio. Le forze d’assalto sono rientrate con l’altro elicottero. Nessun civile è stato colpito”. Il corpo di Bin Laden è rimasto in mano degli americani 12 ore, prima di essere sepolto in mare. Prima della sepoltura, intorno alle 07:10 (ora italiana) è stato celebrato un tradizionale funerale islamico a bordo della portaerei americana Carl Vinson, nelle acque settentrionali del Golfo Persico.