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Attualità

Fiat disdice gli accordi sindacali, Cisl: “Non sciopereremo”

Il segretario Raffaele Bonanni dopo l’annuncio del Lingotto di voler riscrivere gli accordi sindacali da gennaio 2012. “Continuano le ideologie, è la solita storia”

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Procede senza ripensamenti il piano di riforma del lavoro interna al gruppo Fiat. Il Lingotto ha infatti annunciato che dal prossimo primo gennaio 2012 tutti gli accordi sindacali attualmente in vigore nei propri stabilimenti non saranno più validi: i 72 mila lavoratori Fiat avranno un nuovo contratto basato sulle “intese già raggiunte per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco (sedi di stabilimenti dell’azienda torinese, ndr)”. Nel prossimo mese, la data deve essere ancora fissata, il gruppo guidato dall’ad Sergio Marchionne e i sindacati dei lavoratori si incontreranno per riscrivere un nuovo accordo. L’annuncio di Fiat, che peraltro era un passo inevitabile dopo l’annuncio di uscita da Confindustria, ha sollevato le proteste della Fiom, sindacato che non ha firmato gli accordi di Pomigliano e che, secondo quanto previsto da Fiat, non potrà rappresentare i lavoratori all’interno dell’azienda. “La Fiat – afferma il segretario generale, Maurizio Landini – non ha il potere di decidere se dobbiamo esistere o meno. Faremo di tutto per impedirle di estendere il contratto di Pomigliano”, aggiunge Landini che promette di procedere con “con le azioni legali e le denunce”.Le proteste, però, si sollevano anche dai sindacati firmatari (Uilm, Fismic, Ugl, Associazione Quadri e Capi Fiat) anche se la Cisl ha già annunciato di non voler scioperare contro la decisione del Lingotto. “Non faremo scioperi contro la Fiat”, ha dichiarato Raffaele Bonanni intervenendo al programma televisivo La Telefonata e sottolineando l’interesse “a definire norme nazionali”. La scelta del Lingotto, aggiunge Bonanni, d’altra parte “non è una novità” ma “l’unica novità è che la Fiat sia uscita da Confindustria e voglia farsi un contratto su misura”. Quanto alla posizione della Fiom, “mi dispiace – osserva – Bisognerebbe stare più uniti perché c’è una crisi pericolosa che si riverbera su ogni settore produttivo e in particolare su quello dell’auto”; invece “continuano le ideologie, è la solita storia”. Dopo l’introduzione del “modello Pomigliano”, ricorda infine Bonanni, “molti dicevano che non si sarebbe investito” invece “hanno preso i lavoratori, si è stabilizzata la produzione delle Panda e lavorando meglio si guadagnerà in media 4000-4500 euro in più l’anno”.

I punti del nuovo contratto Fiat

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Un dipendente Fiat nello stabilimento di Mirafiori