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Poletti: «Tre mesi di vacanza sono troppi»

Il ministro del Lavoro ha proposto una discussione sull’interruzione estiva scolastica e sulla possibilità di esperienze formative sul lavoro

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Agli studenti italiani era rimasta un’unica, granitica, certezza: i tre mesi di vacanza estivi. Un “dogma” tutto nazionale che non è stato mai intaccato da riforme scolastiche, esami di maturità rivoluzionati, crediti, corsi di formazione, epurazione di materie scolastiche, prospettive lavorative pari a zero… Questo fino a oggi.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha infatti proposto una discussione sull’interruzione estiva degli studi, a suo avviso troppo lunga, e sul rapporto tra scuole e mondo del lavoro: «Un mese di vacanza va bene, anche uno e mezzo può andare. Ma non c’è un obbligo di farne tre, senza fare nulla», ha dichiarato Poletti, «i miei figli d’estate sono sempre andati per un mese al magazzino generale a spostare le casse della frutta. Sono venuti su normali, non sono ragazzi straordinari o speciali. Ecco, non ci dobbiamo scandalizzare se per un mese durante l’estate i nostri giovani fanno un’esperienza formativa nel mondo del lavoro. Dobbiamo affrontare questa questione culturale ed educativa, e non spostarla sempre più avanti».

Ma se i figli di Poletti avevano questa (pur sana) abitudine, non è detto che il resto dei ragazzi italiani sposi di buon grado l’idea del ministro. Nel frattempo, a respingere la proposta ci pensa il Codacons: «Più che spingere gli studente a lavorare d’estate, il ministro dovrebbe spingere le aziende ad assumere giovani e creare occupazione attraverso provvedimenti specifici», commenta il presidente Carlo Rienzi, «per i giovani trovare lavoro non è certo una passeggiata, e a causa della crisi economica che perdura nel nostro paese è diventata sempre più un’impresa ardua».

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