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Attualità

Disastro Puglia, la sicurezza dei treni tra pubblico e privato

Tra Ansf e Ustif, sui binari italiani si è alla ricerca di uno standard garantito

Dopo il disastro ferroviario tra due treni in Puglia nella tratta Andria-Corato, causato dallo scontro fra le due vetture circolanti su binario unico, il Paese si interroga sul reale significato dell’incidente. Ancora una volta, dunque, è una tragedia a portare sotto gli occhi di tutti lo stato della rete ferroviaria italiana.

ANSF E USTIF. In Italia, infatti, la gestione delle rotaie è di due tipologie: 16.700 chilometri sono gestiti dall’azienda nazionale, che ne garantisce la sicurezza sottoponendoli alla vigilanza dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf); restano però 3.700 chilometri il cui controllo, invece, è affidato ad un totale di 34 aziende a partecipazione pubblica o privata che si affidano a protocolli di sicurezza differenti, quelli dell’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi. In particolare, a pesare è un volume di investimenti non adeguato per allineare questa rete “secondaria” a quella sotto il patrocino di Rfi. Su queste reti transita un decimo dell’intero traffico ferroviario italiano, parti a circa 34 milioni di treni-chilometri l’anno. Prima del disastro, era già allo studio un decreto governativo che avrebbe dovuto estendere il controllo dell’Ansf alle “ferrovie ex concesse”, tratti di binario risultato della concessione da parte dello Stato a imprese costruttrici private, attualmente legate da contratti di servizio con Regioni e Province autonome. Per la sicurezza, come detto, le 34 aziende che lavorano sulle ferrovie in tutta Italia sono per ora sottoposte al controllo dell’Ustif, che fa capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; purtroppo, questo organo non gode degli importanti investimenti di cui ha beneficiato l’Ansf e, per questo, la qualità dei controlli non può essere che disomogenea.

STANDARD DI SICUREZZA. La situazione era già nota da tempo: la questione dell’allineamento di tutti i controlli sulla rete ferroviaria ad uno standard era già emersa con il decreto legislativo n. 112/2015, che aveva previsto, appunto, il passaggio di tutti i binari sotto l’egida dell’Ansf; provvedimento che è subordinato però all’approvazione di un decreto del Ministero delle Infrastrutture, che dovrà stabilire quali società cambieranno controllore dopo l’esame della Conferenza Stato-Regioni. Una soluzione, questa, che dovrebbe migliorare la sicurezza su tutta la rete: come sottolineato da Amedeo Gargiulo, direttore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, «Quando accadrà, ci sarà da lavorare su questi soggetti. Ogni azienda dovrà fare un’analisi del rischio e per tutti ci saranno soluzioni tecnologiche più moderne». Con pesanti sanzioni per chi non rispetterà gli standard stabiliti: come comunicato da pochi giorni sulla Gazzetta Ufficiale, la legge europea n. 122/2016 stabilisce, infatti, che chi non osserverà le disposizioni dell’Agenzia potrà essere punito con multe fino a 20 mila euro.

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