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Attualità

Riciclaggio, i 363 giorni di calvario per Silvio Scaglia

La cronistoria che ha coinvolto l’ex ad Fastweb nell’operazione Broker. Dalla sua decisione di tornare spontaneamente in Italia per collaborare all’inspiegabile decisione degli arresti domiciliari

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“Non mi sarei mai aspettato un percorso così drammatico”. Sono le prime parole di Silvio Scaglia dopo la decisione del Tribunale di Roma di togliere gli arresti domiciliari al manager. E quello dell’ex amministratore delegato di Fastweb, accusato di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale è stato un vero calvario. Dal 26 febbraio 2010 al 17 maggio 2010 è rimasto in cella per poi scontare gli arresti domiciliari. Senza motivo perché, secondo lo stesso indagato, la carcerazione non era giustificata nei suoi confronti: non poteva infatti reiterare il reato (è fuori da Fastweb), non voleva fuggire (è rientrato dall’estero proprio mentre verteva su di lui il mandato d’arresto) e se avesse voluto inquinare le prove lo avrebbe già fatto, dopo il suo primo interrogatorio nell’estate del 2007. Ecco una breve cronistoria del percorso di Silvio Scaglia tratta dal blog silvioscaglia.it:

IL CARCERE23 febbraio 2010 – Scatta l’operazione Broker: 56 misure di custodia cautelare e arresti domiciliari per riciclaggio e frode fiscale internazionale in cui risultano coinvolti i vertici di Telekom Sparkle e Fastweb. Scaglia viene a sapere del mandato di cattura per frode fiscale mentre si trova all’estero.26 febbraio 2010 – Silvio Scaglia affitta un aereo privato per rientrare dalle Antille il più velocemente possibile in Italia e consegnarsi spontaneamente ai magistrati. Eseguito anche il sequestro preventivo dei beni.2 marzo 2010 – Silvio Scaglia viene interrogato in carcere dal Gip e ricostruisce l’origine del suo patrimonio e le sue ultime operazioni finanziarie. “Fastweb – dice Scaglia – è vittima di una truffa”.5 marzo 2010 – La difesa presenta la prima istanza al Tribunale del riesame contro l’ordinanza di carcerazione.9 marzo 2010 – Il Gip respinge l’istanza di scarcerazione. 16 marzo 2010 – Silvio Scaglia si dimette dal Cda di Fastweb. Diranno i legali: “Un gesto che, anche alla luce dell’ipotesi di commissariamento di Fastweb, dimostra la volontà del fondatore di evitare che la sua vicenda giudiziaria possa recare danno, direttamente o indirettamente alla Società”. 18 marzo 2010 – Il Tribunale del riesame respinge la richiesta di revoca della custodia cautelare in carcere. Le motivazioni («Essendo la gran mole di denaro frutto dell’illecito ancora in circolazione, potrebbe essere reinvestito e far perdere le proprie tracce»).4 aprile 2010 – “Scaglia in carcere solo perché ricco e antipatico” è l’editoriale di Maurizio Belpietro su Libero a 40 giorni dall’arresto. “Se i PM hanno elementi contro Scaglia così schiaccianti, chiedano il processo e lo facciano condannare, ma non si può accettare che la carcerazione preventiva sia diventata una sorta di anticipo di pena se non, addirittura, un sistema d’indagine, un metodo abituale per ottenere prove che non si hanno”. 12 aprile 2010 – Silvio Scaglia interrogato in carcere dai Pm. 22 aprile 2010 – Anche Vittorio Feltri su Panorama contro la custodia cautelare in carcere: “Vorremmo conoscere le ragioni per cui in uno Stato di diritto la carcerazione preventiva possa protrarsi per mesi senza che nessuno fiati”.

GLI ARRESTI DOMICILIARI17 MAGGIO 2010 – Il Gip firma l’ordinanza che concede gli arresti domiciliari a Silvio Scaglia su parere positivo dei PM. 19 maggio 2010 – A due giorni dalla firma dell’ordinanza, Silvio Scaglia viene trasferito in Valle d’Aosta dove viene sottoposto agli arresti domiciliari nella casa di proprietà della famiglia. 1 giugno 2010 – Il Tribunale del Riesame respinge la richiesta di revoca della custodia cautelare avanzata dalla difesa di Scaglia. La richiesta faceva perno, fra l’altro, sulle novità emerse in seguito all’interrogatorio del fondatore di Fastweb del 12 aprile. Per i legali è una decisione “agli antipodi della legittimità”. 26 giugno 2010 – La Cassazione respinge la maggior parte dei ricorsi contro il regime di custodia cautelare presentati dagli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla frode carosello che ha coinvolto Fastweb e Telecom Italia Sparkle. In particolare, i giudici della terza sezione della Cassazione ritengono legittimi gli arresti domiciliari in val d’Aosta inflitti dal 17 maggio a Silvio Scaglia. Per i legali difensori Corso e Fiorella si tratta di “Un’occasione persa per distinguere le singole posizioni. Scaglia è vittima della truffa. Il “non poteva non sapere”contrasta con i principi della legge. Ci riproveremo al Tribunale del Riesame il 6 luglio”. 26 luglio 2010 – Scaglia “festeggia” i 5 mesi di custodia cautelare. 25 AGOSTO 2010 – Scadono i sei mesi di custodia cautelare per Silvio Scaglia: è il limite massimo previsto dalla legge per il reato associativo, ma il ricorso al giudizio immediato su richiesta dei Pm ha fatto ripartire da zero il conteggio dei termini degli arresti fino ad un nuovo massimo di ulteriori 365 giorni. 27 agosto 2010 – Il Gip feriale del tribunale di Roma, dopo la richiesta dei legali difensori di attenuare le rigide condizioni della custodia cautelare di Silvio Scaglia, concede all’ex fondatore di Fastweb di accedere al balconcino di casa e passeggiare nel giardino intero all’abitazione. 27 settembre 2010 – Il Tribunale del Riesame (sempre gli stessi, per la terza volta) hanno respinto la revoca degli arresti domiciliari per il fondatore di Fastweb: Silvio Scaglia deve rimanere agli arresti e “senza contatti con gli altri”. Anche perché – dicono i magistrati – da grande esperto di tlc, potrebbe mettersi al servizio di “altre illecite iniziative, ovvero in attività di consulenza”. 1 ottobre 2010 – Il Gip allenta ulteriormente le condizioni degli arresti domiciliari di Scaglia che avrà la facoltà di uscire dalla casa di Antagnod per due passeggiate settimanali della durata di due ore ciascuna e di comunicare con due manager del suo gruppo imprenditoriale. Prevista anche la possibilità di incontri di persona nella residenza degli arresti dell’ingegnere. 9 novembre 2010 – Si conclude il passaggio del fascicolo processuale dalla Quarta alla Prima Sezione penale del Tribunale di Roma. Confermato il 23 novembre per la prima udienza.

IL PROCESSO23 novembre 2010 – Inizia il processo. In aula anche Silvio Scaglia. Le società telefoniche Fastweb e Telecom Sparkle Italia chiedono di esser presenti come parti civile nei confronti dei loro ex dirigenti coinvolti nel processo.13 dicembre 2010 – Durante l’udienza dell’11 dicembre i difensori degli imputati nel “Processo Carosello” respingono le pretese di TIS, Fastweb, Swisscom Italia e di alcune Amministrazioni di costituirsi come “parti civili”. Il 18 dicembre la decisione del Collegio dei giudici. 18 dicembre 2010 – Terza udienza. Parti civili: ammessa solo l’Avvocatura dello Stato. Respinta per “inammissibilità” l’analoga richiesta di Fastweb e TIS. Esclusa anche Swisscom Italia in assenza di “danno diretto”. 21 dicembre 2010 – Quarta udienza dominata, come la seconda parte della seduta del 18 dicembre (segnata dalla decisione di respingere la costituzione di parte civile di Fastweb e TIS, nonostante il parere favorevole della Procura), dalle eccezioni di nullità avanzate dalla difesa degli imputati contro la decisione del GIP Paolicelli di concedere, su richiesta della Procura della Repubblica, il rito immediato.12 gennaio 2011 – Quinta udienza. I PM ai giudici: respingete le “eccezioni” delle difese. Ma poi, in subordine, prospettano una separazione processuale per il reato “tributario” e il “delitto associativo”. La replica dei difensori del fondatore di Fastweb: “è il riconoscimento che le nostre eccezioni sono fondate”. 17 gennaio 2011 – Sesta udienza. I giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma hanno respinto quest’oggi le “eccezioni” presentate dai legali delle difese, contro la decisione del GIP Maria Luisa Paolicelli di concedere il rito immediato su richiesta della Procura. 26 gennaio 2011 – Settima udienza. La difesa di Scaglia: all’attenzione della Corte deve esserci il materiale integrale.2 febbraio 2011 – Non vi sono ragioni sufficienti per privare della libertà personale l’ingegner Antonio Catanzariti, l’ex manager di Telecom Italia Sparkle, coinvolto nel processo per la “frode Carosello” e tuttora agli arresti domiciliari. È quanto stabilito dalla Terza Sezione della Cassazione che ieri ha “annullato con rinvio”, per la terza volta consecutiva nel giro di pochi mesi, il provvedimento del Tribunale della libertà che aveva confermato la decisione del Gip, su richiesta della Procura, in relazione alle esigenze di custodia cautelare.

24 FEBBRAIO 2011 – L’ex amministratore delegato di Fastweb torna in libertà dopo un anno tra carcere e arresti domiciliari. Un calvario risolto dalla prima sezione del Tribunale di Roma che ha accolto una istanza presentata dai legali del manager.