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Vertice Ue sul lavoro, Renzi incassa i complimenti sulle riforme

Studenti e lavoratori davanti alla Fiera, traffico in tilt. I big europei applaudono al Jobs Act, Hollande chiede meno austerità alla Ue

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Comincia tra tensioni e manifestazioni le Conferenza Ue sul lavoro a Milano. Il via è previsto alle 15.30 con l’arrivo di Matteo Renzi, Angela Merkel e François Hollande che daranno il via ai lavori in una giornata molto delicata per il premier, con il voto di fiducia in Senato sul Jobs Act.

LE PROTESTE. La zona della Fiera è in tilt per la presenza di migliaia di lavoratori, in protesta con studenti (che hanno occupato simbolicamente la sede milanese del ministero dell’Istruzione) e i centri sociali. «Siamo pronti a occupare le fabbriche», è la minaccia d’antan di Maurizio Landini (Fiom) in testa al corteo insieme con i 115 lavoratori della Nokia licenziati via mail.

I COMPLIMENTI. Il presidente uscente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, si è «congratulato» con Matteo Renzi per il Jobs Act che in queste ore affronta la prova della fiducia in Senato: «Una riforma importante che può avere grande impatto sulla competitività dell’economia italiana».

Un plauso arriva anche da Herman Van Rompuy: «Voglio lodare il premier Matteo Renzi per le riforme ha avviato in materia di lavoro e giovanile», ha detto il presidente del Consiglio europeo, «nonostante tutti gli sforzi e segni di miglioramento, la disoccupazione totale rimane intorno al 12% nel Area Euro e l’11% nell’Unione nel suo insieme: un livello inaccettabilmente elevato. Quella giovanile erode le basi per la crescita futura: si rischia una generazione perduta».

LE PROPOSTE. All’ingresso al vertice, il presidente francese Hollande ha chiesto all’Europa «un aggiustamento delle politiche di bilancio» per favorire la crescita nel Vecchio Continente: «Occorre adattare il ritmo delle politiche economiche a quello della crescita, perché è minacciata e dunque dobbiamo dedicarle tutte le attenzioni, perché siamo tutti preoccupati», la posizione dell’Eliseo, «se tutti applicassero l’austerità, e non è il caso della Francia, ci sarebbe un ulteriore rallentamento della crescita».

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© WPA Pool/Getty Images