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Lavoro

Ammortizzatori sociali, un confronto tra i principali Paesi europei

Le politiche di Germania, Regno Unito, Francia e Spagna in tema di sussidi e indennità di disoccupazione

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Si è aperto ufficialmente un tavolo di confronto sulla riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali tra il governo Monti e le Parti sociali. In particolare, oltre a una revisione dei contratti, il governo vorrebbe intervenire sull’attuale sistema della cassa integrazione limitando durata e utilizzo ai soli casi nei quali l’azienda può riprendere rapidamente il lavoro; resterebbe solo la cassa ordinaria – quella legata a eventi temporanei e con una durata massima di 52 settimane – mentre si eliminerebbe la possibilità di utilizzarla a fronte di chiusura dell’azienda introducendo sussidi di disoccupazione con indennità risarcitorie nei casi di licenziamento. Ipotesi che trovano l’opposizione dei sindacati. In attesa di comprendere quali possano essere le novità italiane in tema di ammortizzatori sociali l’agenzia Ansa, basandosi sul sistema informativo della Commissione Ue Missoc (aggiornato a luglio 2011), ha realizzato un confronto tra i vari sistemi di protezione sociale nei principali Paesi europei:

ITALIA: L’indennità di disoccupazione non agricola può essere chiesta da chi ha almeno un anno di contributi versati negli ultimi 2 anni. Viene erogata per un massimo di 8 mesi a chi ha meno di 50 anni e per 12 mesi a chi ne ha più di 50. Il sussidio è pari al 60% dello stipendio (la media degli ultimi 3 mesi) per i primi 6 mesi per scendere poi al 50% e al 40%. C’è comunque un tetto mensile di 892 euro per i salari al di sotto dei 1.931 euro e di 1.073 euro per gli stipendi superiori a questa cifra. In casi di licenziamenti collettivi è prevista l’indennità di mobilità per un massimo di 24 mesi (36 per chi ha più di 50 anni). In caso di difficoltà dell’azienda (ordinarie o straordinarie) è possibile il ricorso alla cassa integrazione ma il lavoratore resta dipendente dell’azienda pur potendo non metterci più piede fino a 36 mesi (questo periodo può essere ancora più lungo se si chiede anche la cassa in deroga).GERMANIA: Chi chiede l’indennità di disoccupazione deve essere stato assicurato per almeno 12 mesi negli ultimi 2 anni. Ha diritto al 67% dell’ultimo stipendio netto nel caso in cui si hanno figli e al 60% nel caso non si abbiano figli. Ci sono tutele anche per chi è alla ricerca del primo lavoro (ed è quindi senza versamenti) con un sussidio di 359 euro al mese. Naturalmente si richiedono sforzi per trovare un lavoro e che ci si renda disponibili nel caso venga proposto un impiego.FRANCIA: Per avere diritto al sussidio bisogna aver versato contributi per almeno 4 mesi negli ultimi 28 mesi. Si ha invece diritto a un’indennità più sostanziosa (regime di solidarietà) nel caso si siano versati almeno 5 anni di contributi negli ultimi 10 anni. Il sussidio può essere erogato, a seconda della durata dei contributi versati, per un periodo variabile tra i 4 mesi e i 2 anni (3 per chi ha più di 50 anni). Si prende una percentuale del 40,4% del salario giornaliero +11,34 euro, o il 57,4% del salario giornaliero. Il minimo è 27,66 euro al giorno.REGNO UNITO: Le indennità di disoccupazione possono essere legate o al fatto di aver contribuito o semplicemente al basso reddito. Chi ha perso il lavoro (avendo quindi contribuito) ha diritto a 67,50 sterline (75 euro) a settimana se ha più di 25 anni e 53,45 sterline se ha tra i 18 e i 24 anni per un massimo di 182 giorni in ogni periodo di ricerca. Per chi cerca lavoro senza avere alcun reddito si ha diritto a 80,75 sterline a settimana se si è sotto i 18 anni, e 105,95 sterline se si hanno più di 18 anni. Non c’è limite di durata per il sussidio ma si deve dimostrare di star cercando attivamente lavoro e si deve essere disponibili qualora ne venga proposto un altro.SPAGNA: Per l’indennità di disoccupazione è necessario aver lavorato almeno tre anni negli ultimi sei anni. C’è poi un sussidio di “assistenza” con un minimo di tre mesi di contribuzione. L’indennità di disoccupazione è pari al 70% della base contributiva media degli ultimi sei mesi. Questa percentuale scende dopo i primi sei mesi al 60%. C’è un tetto massimo per l’indennità di disoccupazione che varia dal 175% al 225%, a seconda del numero dei figli, dell’Iprem, pari per il 2011 a 532,51 euro al mese (1.198 euro, quindi, l’indennità nel caso del diritto al 225% dell’Iprem).