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Lavoro

Colloqui di lavoro, le regole per non sbagliare

In aumento le opportunità di lavoro, ma nel corso della selezione non ci sarà una seconda opportunità. Ecco perché vanno tenute a mente queste 9 regole

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Sono in aumento le opportunità di un nuovo lavoro. Rispetto al periodo gennaio-agosto 2015, lo scorso settembre la richiesta di ricerca personale alle società di head hunting sono aumentate di ben il 40%, con punte del 50% per i dirigenti). Ma l’essere convocati a un colloquio di selezione non aumenta le vostre possibilità di successo; secondo un’indagine condotta da Technical Hunters, non c’è mai una seconda occasione per fare buona impressione nel corso del colloquio. Per questo la società italiana di head hunting ha stilato un vademecum, tratto dalle esperienze reali, per aiutare i candidati a non commettere passi falsi in sede di presentazione:

1) Il curriculum. Per arrivare al colloquio, è indispensabile disporre di un buon curriculum vitae: una pagina è sufficiente, in Pdf, ordinata, pulita, di facile lettura e di buona presentazione. Inserire una fotografia è facoltativo, ma, se si decide di farlo, vanno assolutamente evitate le foto inadatte, come quelle i cui si è ritratti in compagnia oppure in situazioni di svago o, peggio, in vacanza.

2) L’abito fa il monaco. Presentarsi al colloquio vestiti in modo adeguato e sobrio. Cercare di essere professionali: la cravatta è un must per gli uomini, il tailleur è consigliato per le donne. In entrambi i casi è meglio evitare felpa e sneaker. Capelli ordinati e niente gioielli troppo audaci.

3) L’arrivo. Arrivare sempre cinque minuti prima del colloquio, avendo bene in mente il nome della persona che vi incontrerà. Arrivare in reception e affermare: “Ho un colloquio ma non mi ricordo con chi”, non dà un’immagine positiva. Purtroppo accade piuttosto spesso.

4) Stretta di mano. Dare una stretta di mano salda, non tremolante né tantomeno sudata, evitando però di stritolare quella dell’interlocutore.

5) Gesti. Evitare di gesticolare troppo durante il colloquio. Un buon accorgimento pratico è quello di parlare tenendo le mani davanti a sé, con i palmi poggiati sul tavolo. È utile esercitarsi a casa.

6) Sguardo. Guardare sempre l’interlocutore negli occhi, senza abbassare lo sguardo o guardare altrove.

7) Voce. Parlare con sicurezza delle proprie esperienze, con voce pacata ma udibile, senza strafare: evitare di ingigantire le esperienze o di esagerare con una parlantina troppo sostenuta, magari trattenendo il fiato. Anche in questo caso è utile esercitarsi a casa. L’obiettivo è quello di trasmettere sicurezza di sé e professionalità. Spiegare bene i propri passaggi di carriera e le scelte che in passato hanno portato a cambiare. Fatevi un’idea chiara del ruolo che volete ricoprire e di quello per cui siete intervistati. Altresì è importante avere un’idea precisa della retribuzione desiderata, possibilmente non in termini di stipendio netto mensile, ma come compenso loro annuo, che è il parametro utilizzato dalle aziende.

8) Mood. Non arrivare al colloquio con l’idea “tanto non mi sceglieranno mai”: un pensiero negativo influisce su tutto l’andamento del colloquio e sullo spirito con cui lo si affronta.

9) Telefono. È fondamentale non soltanto spegnere il proprio smartphone durante il colloquio, ma anche riporlo dove non sia visibile. Evitare di depositare telefoni, borse, cartelle, impermeabili, sul tavolo tra voi e l’intervistatore: senza accorgervene, state creando una barriera tra voi e lui e anche questo non aiuta.