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Lavoro

Jobs act: in un mese 92 mila posti in più

I contratti a tempo indeterminato salgono a 162 mila nel primo mese dall’emanazione del provvedimento: +49,5% rispetto al 2014. Raddoppiano inoltre le trasformazioni dei contratti precari in fissi

Buona la prima per il Jobs Act. La riforma del lavoro, coniugata con gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato previsti dalla Legge di Stabilità 2015, ha portato l’effetto desiderato: stando ai dati forniti dal Ministero del lavoro, a marzo 2015 i contratti siglati sono stati sono state 641.572. Un numero superiore, per 92.299 unità, al numero dei contratti cessati (549.273) nello stesso mese. Non solo. Sono proprio i contratti a tempo indeterminato a crescere: se a marzo 2014 ne erano stati siglati 108 mila, adesso toccano quota 162.498 (+49,5%). Una cifra, peraltro, superiore di 31 mila unità a quella dei contratti a tempo indeterminato cessati a marzo 2015 (131.128).

Il Ministero precisa tuttavia che i dati sono provvisori e non contemplano il lavoro domestico e la pubblica amministrazione. Quanto alle altre tipologie contrattuali, dei 641.572 contratti siglati a marzo 2015, 162.498 sono state assunzioni, 381.234 contratti a tempo determinato (contro i 395 mila del 2014), 16.844 contratti di apprendistato (contro 21.037 del 2014), 36.460 collaborazioni (contro le 48.491 del 2014) e 44.536 forme di lavoro classificate con la voce ‘altro‘ (contratti di inserimento lavorativo; contratto di agenzia a tempo determinato e indeterminato; contratto intermittente a tempo determinato e indeterminato; lavoro autonomo nello spettacolo…).

Infine, rispetto al corrispettivo periodo 2014, raddoppia il numero di trasformazioni di contratti in tempo indeterminato: 40.034 contro le precedenti 22.116. «Il combinato della decontribuzione attiva da gennaio e del Jobs Act dal 7 marzo inizia a vedersi, ma è prematuro dire che c’è stata una spinta occupazionale nel suo complesso», commenta Sergio De Nardis, capo economista di Nomisma, «92 mila posti in più comunicati oggi per marzo 2015 sono in linea con l’aumento degli occupati tracciato da Istat a febbraio e addirittura sotto i livelli di gennaio. Bisognerà attendere quei dati per un raffronto completo, ma al momento è ancora difficile parlare di una vera e propria ripresa dell’occupazione. Ancor prima che le regole incide l’andamento dell’attività economica e parlare di ‘scatto in avanti’ non è ancora possibile».

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Oltre ai provvedimenti legislativi, conta anche l'andamento dell'economia in questa iniziale ripresa dell'occupazione @ Getty Images