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Lavoro

Le nuove competenze per i lavori del 21esimo secolo

Tecniche, ma soprattutto umane sono le capacità che dovremo sviluppare per le professioni del futuro, a fronte di un sempre crescente livello di automatizzazione

I progressi nella robotica e nell’intelligenza artificiale stanno sempre più sostituendo l’uomo in molti impieghi, il che spinge inevitabilmente verso il mutamento del mondo del lavoro e il bisogno di acquisire nuove competenze. Ma quali? Accenture ha sviluppato un’indagine su dieci Paesi (Italia, Usa, Regno Unito, Francia, Germania, Australia, India, Giappone e Turchia) per valutare proprio questo aspetto: secondo la ricerca, le competenze non dovrebbero essere intese in un senso solo, ma sviluppate sia dal punto di vista tecnico che da quello umano.

Pensiero critico, creatività ed intelligenza emotiva, oltre a capacità di leadership per i manager, infatti, sono fondamentali nei mestieri del domani, riporta Accenture. Oltre all’iniziativa personale, occorre ripensare il lavoro in termini di potenziale umano, così da creare opportunità di impiego insieme ai lavoratori, sull’onda dell’evoluzione e della flessibilità.

Non solo. Sul lungo termine, sottolinea Accenture, è necessario sviluppare partnership tra settore pubblico e privato incentrate sulla promozione di specifici programmi di formazione, inserendo le nuove competenze già nei programmi scolastici e nei corsi di laurea, grazie alla collaborazione con scuole e università.

Sul fronte della consapevolezza della progressiva automazione del proprio impiego nell’arco dei prossimi 5 anni, l’87% degli intervistati si ritiene conscio di questa tendenza, in modo particolare tra i millennials (93%) e meno tra i baby boomers (79%). Sempre più diffusa la richiesta, da parte dei lavoratori, di benefit che vadano oltre all’aspetto retributivo e finanziario, come il benessere personale, il coinvolgimento nei propri compiti e una migliore qualità della vita e di status.