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Lavoro

Lo stress compromette la produttività di un imprenditore su due

Pianto, ansia, panico: la pressione può compromettere lavoro e salute. In difficoltà il 34% dei manager: crisi economica e mancanza di orari prestabiliti tra le cause più diffuse

Nella vita lavorativa tutti prima o poi si trovano a dover fare i conti con momenti di forte stress. Situazioni complesse e incerte che portano ad uno stato psicologico alterato e a conseguente tensione sia fisica, sia mentale, con reazioni regolative neurologiche, locomotorie, ormonali e immunologiche.

Se lo stress diventa cronico talvolta può portare al manifestarsi di patologie molto serie, come l’ipertensione, la cirrosi epatica e alcune malattie intestinali.

IN CRISI. Sul piano lavorativo, lo stress può abbassare notevolmente il livello di produttività. Secondo una ricerca condotta da Imr Ricerche per 4 Man Consulting su un panel di 300 lavoratori (imprenditori, manager e collaboratori), il 47% degli imprenditori dichiara di sentirsi stressato e che questo influisce sensibilmente sul grado di produttività. Tra i manager, invece, coloro che dichiarano questi disturbi sono circa il 34%, percentuale che scende a 25% tra i collaboratori.

Tra le cause di stress, quella indicata più frequentemente è la crisi economica, seguita al secondo posto dalla mancanza di orari prestabiliti, che tolgono tempo alla famiglia e a se stessi. Al terzo posto, la difficoltà nel gestire il rapporto con dipendenti e collaboratori, cercando di motivarli, e al quarto posto l’eccessiva tassazione fiscale.

SETTE ITALIANI SU 10. I dati raccolti confermano quelli già diffusi dal Dipartimento di Studi Clinici dell’Università Sapienza di Roma, in collaborazione con l’Aisic (Associazione Italiana contro lo Stress e l’Invecchiamento Cellulare), secondo i quali sommando i dati relativi alle patologie che possono avere origine dalla cronicizzazione dello stress, si evince che questo uccide circa 7 italiani su 10.

Si stima, inoltre, che in Italia un cittadino italiano su tre sia ansioso, 12 milioni e mezzo facciano uso di ansiolitici e che circa il 14% della popolazione soffra di disturbi del sonno. Lo stress e i relativi squilibri emozionali possono colpire chiunque, a prescindere da sesso, età e professione, ma è possibile imparare a riconoscerne i segnali e capire come gestirli, talvolta addirittura volgendoli a proprio favore.

FARE ATTENZIONE. «Quello che noi percepiamo come stress, in realtà è il tentativo che il nostro corpo fa per ripristinare una situazione di equilibrio che è stata alterata, una risposta fisiologica risposta a sollecitazioni minacciose», commenta il mental coach Roberto Castaldo, fondatore di 4 Man Consulting.

«Queste situazioni di squilibrio in psicologia vengono definite stressor, e possono avere due tipi di risposta: una positiva, definita di eustress, l’altra negativa, chiamata distress. La prima è una situazione estremamente positiva per l’organismo, che ritrova tono e vitalità, grazie alla produzione di catecolammine (adrenalina e noradrenalina) e all’attivazione e degli ormoni corticosteroidi. Al contrario, in caso di distress, si verifica un abbassamento delle difese immunitarie, e iniziano a presentarsi alcuni importanti campanelli di allarme comeansia, tensione, insonnia, ecc.».

«E’ importante evitare situazioni di distress, mantenendoci nei livelli di eustress, perché questo ci consente di aumentare le nostre prestazioni e di sviluppare al meglio le proprie capacità», prosegue Castaldo. «Per far questo, è indispensabile imparare a riconoscere e a gestire i segnali di allarme. In questo senso, un valido aiuto arriva dalla Pnl, la programmazione neurolinguistica. Sono molti gli imprenditori che si rivolgono a noi, chiedendoci aiuto per riuscire a fronteggiare situazioni di stress intenso o cronico. La PNL si è rivelata uno strumento molto utile in questo senso, riuscendo a risolvere del tutto il problema nel 67% dei casi».

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